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Israele faciliterà viaggi palestinesi americani di Gaza, regna lo scetticismo

Israele faciliterà viaggi palestinesi americani di Gaza, regna lo scetticismoUn passaporto israeliano – Ap/Malak Harb

Territori occupati Si tratta di una delle condizioni poste da Washington per consentire ai cittadini dello Stato ebraico di entrare negli Usa senza richiedere prima il visto. Ma per i palestinesi americani di Cisgiordania e Gaza l'ultima parola spetterà ai servizi israeliani

Pubblicato circa un anno faEdizione del 9 agosto 2023

«Non è come in Cisgiordania dove ci sono migliaia di palestinesi con cittadinanza americana, però è importante anche per Gaza, perché è una novità che ci fa sperare in un miglioramento più ampio della nostra condizione».

Aziz Kahlout commenta così la notizia secondo la quale Israele, dal mese prossimo, dovrebbe facilitare i viaggi anche dei palestinesi americani che vivono nella Striscia di Gaza sotto un rigido blocco dell’esercito israeliano dal 2007, anno in cui il movimento islamico Hamas ha preso il controllo di quel fazzoletto di terra palestinese.

Non sono molti gli abitanti di Gaza in possesso di un passaporto Usa. Tra 100 e 130. E sino ad oggi, come gli altri palestinesi della Striscia, hanno dovuto raggiungere Amman, in Giordania, per volare all’estero. Tra qualche settimana potranno entrare in Israele con un visto turistico B2 e partire dall’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Ma l’ultima parola l’avranno comunque i servizi di sicurezza israeliani che decideranno chi potrà lasciare Gaza e viaggiare all’estero, senza tenere conto della cittadinanza statunitense del richiedente.

Non è azzardato prevedere che i famigliari di membri di Hamas non saranno autorizzati ad uscire da Gaza. «Sarà comunque una opportunità, anche per i palestinesi americani che vivono all’estero. Finalmente potranno entrare a Gaza e far visita ai loro parenti. Entreranno come turisti ma è meglio di niente», aggiunge Kahlout.

Questa novità per Gaza e la maggiore libertà di movimento per i palestinesi nella Cisgiordania occupata, giungono dopo una interminabile trattativa tra Stati uniti e Israele. Tel Aviv ha dovuto accettare le condizioni poste da Washington per entrare nel programma di esenzione dal visto degli Stati uniti. Lo scorso 19 luglio, Israele aveva ricevuto l’autorizzazione ad andare avanti con un programma pilota volto ad allentare le restrizioni di viaggio per i palestinesi americani che vivono o che visitano le loro famiglie nei Territori occupati.

In cambio sarà consentito a qualsiasi cittadino americano di entrare in Israele attraverso i suoi aeroporti, inclusi gli americani residenti in Cisgiordania e a Gaza. Washington dovrà perciò accertare se Tel Aviv stia consentendo a tutti gli americani di viaggiare dentro e fuori Israele. In tal caso la strada sarà spianata affinché Israele entri nel programma di esenzione dal visto Usa.

Si stima che il numero di americani di origine palestinese sia tra 122.000 e 220.000. Circa 50mila risiedono in Cisgiordania. Israele fornisce cifre molto inferiori. Il governo di destra guidato da Netanyahu, come quello precedente del centrista Yair Lapid, ha deciso di attenersi alle richieste americane, incluse quelle respinte dei servizi di sicurezza, perché l’esenzione dal visto statunitense è un importante risultato diplomatico.

Il 1° agosto, una delegazione statunitense è giunta in Israele per monitorare l’attuazione delle nuove misure di viaggio ed accertarsi che tutti i cittadini americani siano trattati allo stesso modo. Ha perciò incontrato i funzionari dell’Autorità israeliana per l’immigrazione, ha visitato l’aeroporto «Ben Gurion» e ispezionato i valichi tra Israele e la Cisgiordania.

L’ingresso di Israele nel programma dei visti potrebbe avvenire già ad ottobre se sarà rimosso il blocco israeliano alla partenza di palestinesi con passaporto Usa dall’aeroporto di Tel Aviv e all’arrivo senza restrizioni nello Stato ebraico di arabi americani.

Gli attivisti palestinesi sono scettici sul fatto che Israele manterrà i suoi impegni. L’ammissione dello Stato ebraico all’esenzione dal visto porterà alla creazione di fatto di cittadini statunitensi di seconda classe. «Ammettendo Israele in violazione dei requisiti di legge, l’Amministrazione Biden abbandonerà i cittadini arabo-americani», ha avvertito il think tank Arab American Institute di Washington.

 

 

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