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Irene, nera italiana pagata a voucher: «Non posso affittare, ho occupato»

Irene, nera italiana pagata a voucher: «Non posso affittare, ho occupato»La protesta settimanale delle mani rosse sotto il Viminale ogni giovedì alle 18,15

Voci dalla manifestazione antimafia e antirazzista di Roma Gaia, insegnante in pensione con un gruppo di amici passeggia ogni giovedì alle sei sotto il Viminale con le mani rosso sangue per protesta contro il decreto Salvini e i respingimenti in Libia

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 2 dicembre 2018

Irene cammina nel corteo in via Cavour allattando al seno il figlio di quattro mesi nascosto da un cappellino di lana con il ponpon. Irene ha venticinque anni, i capelli tirati sù in modo carino e la pelle decisamente ambrata. I suoi genitori vengono da Santo Domingo ma lei è nata in Italia e abita con due figli piccoli in una scuola occupata a Tor Carbone, periferia sud di Roma.

«Ho trovato un posto lì cinque anni fa quando è nato il mio primo figlio – racconta – lavoravo come commessa a via del Corso, mi pagavano a voucher, riuscivo a mettere insieme circa 600 euro al mese ma mi sono trovata sola con il bimbo e non potevo pagare nessun affitto, ora ho trovato un nuovo compagno che il padre di questo piccolo ma non guadagna molto, fa i dread (le capigliature tubolari tipiche dei rasta ndr)». «Quando siamo entrati in quell’edificio abbandonato non era igienico – racconta Lourdes, 52 anni, peruviana, vicina di “aula” di Irene che al suo fianco spinge il passeggino – abbiamo fatto delle migliorie e ora è meglio». Lourdes abita lì con la figlia, anche lei l’ha cresciuta da sola. «Che lavoro faccio io? qualsiasi. Il nostro problema è sopravvivere».

Poco più avanti c’è Gaia, 77 anni, insegnante in pensione «e ambientalista» con un gruppetto di persone che sfoggia i palmi delle mani tinti di rosso. «Come le madri di Plaza de Mayo – spiega – ci troviamo tutti i giovedì alle 18,15 davanti al Viminale per protestare contro il decreto Salvini e contro i respingimenti dei migranti in Libia. Per noi è inaccettabile». E aggiunge: «Chi vuole unirsi a noi nella passeggiata, venga».

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