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Invito, non obbligo. Misure anti Covid solo per i lavoratori fragili

Invito, non obbligo. Misure  anti Covid solo  per i  lavoratori fragili – Ap

Il protocollo siglato ieri da governo e parti sociali raccomanda mascherine Ffp2 nei luoghi chiusi e smartworking prudenziale. In un giorno 83.274 nuovi casi e 59 deceduti, a fronte di 296.030 tamponi effettuati

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 1 luglio 2022

Un invito – non più obbligo – a mantenere le mascherine Ffp2 nei luoghi di lavoro privati e ad usare lo smartworking per i dipendenti fragili. Invito che per i lavoratori della Pubblica amministrazione è già contenuto nella circolare n. 1/2022 firmata dal ministro Brunetta. Nel protocollo che governo e parti sociali hanno siglato ieri sulle nuove misure anti-Covid si usano nel settore privato le stesse indicazioni dettate per il pubblico. Un protocollo che, commenta la segretaria confederale della Cgil Francesca Re David, «corrisponde agli orientamenti che avevamo assunto attraverso l’equiparazione tra luoghi di lavoro pubblici e privati e il superamento dell’obbligo di mascherina come deciso dal legislatore con la sola eccezione a tutela dei fragili, nel caso sia disposta dal medico competente».

«Comitati di informazione, modalità di ingresso, appalti, gel e sanificazione, distanziamento, gestione degli spazi comuni, dell’entrata e dell’uscita, sorveglianza sanitaria, medico competente, rappresentanze dei lavoratori per la sicurezza, attenzione ai fragili», è la sintesi dei contenuti dell’accordo secondo Re David, che precisa: «Le mascherine non più obbligatorie restano un presidio importante nei luoghi chiusi, a contatto con il pubblico e dove non si riesce a garantire il metro di distanziamento. Una verifica del protocollo è prevista entro il 31 ottobre».

IL TEMA È CALDO: con 83.274 nuovi casi e 59 deceduti conteggiati ieri, a fronte di 296.030 tamponi effettuati (il giorno prima erano 357.210 i test e 94.165 i positivi), si conferma in aumento infatti il trend del contagio: il 28,1% delle persone testate, contro il 26,4% delle ventiquattro ore precedenti. Un’impennata che si evidenzia in una prospettiva settimanale, come quella del rapporto della Fondazione Gimbe che dal 22 al 28 giugno mostra un ulteriore aumento dei nuovi casi di infezione da Sars-Cov-2 in tutte le regioni e in tutte le province italiane: il 50,4% rispetto alla settimana precedente, di pari passo a una crescita del 24% dei tamponi effettuati. Sono 75 le province nelle quali si registra un’incidenza superiore ai 500 casi per 100.000 abitanti, dal +12,2% di Sondrio al +102,5% di Asti. «Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe – continuano ad aumentare i ricoveri sia in area medica (+25,7%) che in terapia intensiva (+15%)». Mentre Nino Cartabellotta, presidente Gimbe, fa notare che «la percentuale in area medica supera in alcune regioni il 15% dell’occupazione, con inevitabile impatto sull’erogazione delle prestazioni sanitarie ordinarie». Anche la media di 56 morti al giorno per Covid preoccupa: erano 48 la settimana precedente.

SECONDO LE PREVISIONI dell’Organizzazione mondiale della sanità quest’estate avremo in Europa «livelli elevati» di contagi da Sars-Cov-2 dovuti alla sottovariante Omicron BA.5, visto che i casi quotidiani sono triplicati in un mese. Ne è convinto il direttore dell’Oms per l’Europa, Hans Kluge secondo il quale la pandemia riprenderà vigore nei Paesi europei non appena saranno rimosse tutte le misure restrittive in vigore. «Il virus non scomparirà solamente perché i Paesi smettono di sorvegliarlo – ha sottolineato Kluge – continua a contagiare, a cambiare e a uccidere». Negli ultimi sette giorni, il numero dei casi positivi nei 50 Paesi dell’area europea dell’Oms ha sfiorato i 500 mila, mentre a fine maggio si fermava intorno ai 150 mila casi.

IN QUESTO CONTESTO, il lavoro agile rappresenta, secondo il protocollo governativo, «anche nella situazione attuale, uno strumento utile per contrastare la diffusione del contagio da Covid-19, soprattutto con riferimento ai lavoratori fragili». Per il ministro Andrea Orlando, anche in futuro continueremo ad usare lo smart working che «chiama modalità organizzative diverse da quelle basate sul cartellino da timbrare in entrata e in uscita, e questa è un’altra implicazione su cui fare una riflessione; cambierà le città visto che toglierà servizi ma ne attiverà altri e indurrà a ripensare i centri urbani, ma anche extra urbani, perché ridistribuirà il peso delle funzioni».

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