Ne sono passati parecchi di anni da quando William Gibson pubblicò il suo romanzo Neuromancer (titolo tradotto nell’edizione italiana con Neuromante). Era il 1984, e nel mondo descritto da Gibson gli esseri umani si spostavano tra megalopoli, collegavano i propri cervelli a una rete informatica globale, trasferivano le personalità degli individui deceduti in dispositivi di memoria, interagivano con intelligenze artificiali. In altre parole, il mondo di Neuromante era ricco di tecnologie, non solo informatiche. Quel libro di 35 anni fa è un caposaldo del genere che è stato chiamato cyberpunk e che ha ispirato un gran numero di smanettoni, i...