Intelligenza artificiale
L'intervento Lac corsa verso le applicazioni belliche e la robotica
L'intervento Lac corsa verso le applicazioni belliche e la robotica
Ne sono passati parecchi di anni da quando William Gibson pubblicò il suo romanzo Neuromancer (titolo tradotto nell’edizione italiana con Neuromante). Era il 1984, e nel mondo descritto da Gibson gli esseri umani si spostavano tra megalopoli, collegavano i propri cervelli a una rete informatica globale, trasferivano le personalità degli individui deceduti in dispositivi di memoria, interagivano con intelligenze artificiali. In altre parole, il mondo di Neuromante era ricco di tecnologie, non solo informatiche.
Quel libro di 35 anni fa è un caposaldo del genere che è stato chiamato cyberpunk e che ha ispirato un gran numero di smanettoni, i quali non di rado sono poi diventati scienziati. Oggi magari lavorano allo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale, certo diversi da quelli partoriti della mente dello scrittore canadese di origine americana. Se in Neuromante questi sistemi sono dotati di una personalità anche esuberante e ostile, noi utenti di applicazioni per smartphone e programmi per computer non abbiamo sentore delle intelligenze artificiali che, per esempio, in base ai nostri comportamenti su Internet rendono più efficaci le ricerche sui motori virtuali o personalizzano la sequenza dei post mostrataci sui social network. Anche il mondo reale è diverso. Se in Neuromante i grandi attori tecnologici erano Stati Uniti e Giappone, oggi Stati Uniti, Cina e Russia hanno ingaggiato una corsa allo sviluppo dell’intelligenza artificiale; addirittura, secondo Vladimir Putin, chi diventerà leader in questo settore comanderà il mondo. Con questa affermazione il presidente russo non si riferisce certo al mercato dei social network, ma alle applicazioni dell’intelligenza artificiale nel settore militare. Non sarebbe il primo caso di uso duale di una tecnologia, ovvero di una sua applicazione sia nel settore civile sia in quello militare. Già lo sviluppo del nucleare aveva portato a un bivio del genere, se si considerano le centrali atomiche per generare elettricità e le testate atomiche schierate come minaccia strategica. L’intelligenza artificiale dunque sarà uno dei settori più sensibili della ricerca scientifica dei prossimi anni, visto anche il suo ruolo in un altro ambito in rapido sviluppo e di importanza cruciale, quello della robotica.
Occorre quindi sensibilizzare l’opinione pubblica sulle opportunità e sui rischi di queste tecnologie e un modo per farlo passa anche attraverso l’arte, come hanno pensato alla Fondazione Carla Fendi. Interessata da anni anche al mondo della scienza, la fondazione è anche una delle protagoniste del Festival di Spoleto e nell’edizione di quest’anno presenterà tra l’altro Neural Mirror. Si tratta di un’installazione curata dallo studio Ultravioletto e collocata presso la Chiesa della Manna d’Oro, e permette ai visitatori di interagire con un sistema di intelligenza artificiale. Una volta che un visitatore è entrato nel campo sensibile di una telecamera, l’intelligenza artificiale ne riconosce la presenza e ne inizia il riconoscimento facciale, restituendo una serie di informazioni come sesso, stato emotivo, fascia di età e caratteristiche salienti del volto. I dati sono elaborati in tempo reale e vengono visualizzati su grandi specchi che hanno la funzione di interfacce tra il mondo esterno e la mente virtuale. In questo modo dunque ciascun visitatore assiste alla creazione di un proprio avatar: i dati da cui è codificato sono inviati anch’essi in tempo reale a un grande plotter dove sono stampati in forma anonima su un rullo di carta infinito. Si crea così un flusso di informazione ininterrotto che nasce dal mondo reale e vi ritorna dopo un passaggio che smaterializza l’entità umana presentatasi al cospetto dell’intelligenza artificiale. Qualcosa di simile alla tecnologia immaginata da Gibson e su cui è necessario riflettere ma soprattutto discutere, se non vorremo essere sorpresi dalla fantascienza che diventa realtà.
NEURAL MIRROR
La Fondazione Carla Fendi, in occasione del Festival dei 2Mondi di Spoleto (30 giugno – 14 luglio), continua il suo percorso nella Scienza inaugurato nel 2018. «La Fondazione» spiega la Presidente Maria Teresa Venturini Fendi «esplora quest’anno le astrazioni scientifiche dell’Intelligenza Artificiale e le applicazioni pratiche della Robotica». Domenica 30 giugno alle 10, nella ex Chiesa della Manna d’Oro, inaugura l’installazione «Neual Mirror», visitabile fino al 14 luglio. L’installazione porta in ambito artistico e di ricerca la capacità delle Intelligenze Artificiali di percepire l’ambiente circostante, di riconoscere le persone e decodificarne le emozioni. In programma inoltre Ecce Robot, una narrazione integrata tra arte e scienza con il guru di Silicon Valley Jaron Lanier, ideatore della definizione di realtà virtuale; le attrici Valeria Golino e Valentina Cervi che leggeranno il racconto Sogni di Robot di Isaac Asimov; due video d’autore, uno del musicista Nigel Stanford e uno del regista Gabriele Gianni.
L’ottava edizione del Premio Carla Fendi a due scienziate entrate nella classifica internazionale delle donne geniali della robotica: Cecilia Laschi, dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Sant’Anna di Pisa, e Barbara Mazzolai, direttrice del centro di Micro-BioRobotica dell’IIT di Pontedera. Con la partecipazione del padre del robot umanoide ICub Giorgio Metta
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