Le recenti “rivelazioni” dell’ex ufficiale americano David Grush che stanno destando l’attenzione dei media si iscrivono un lungo filone di narrativa ufologica fatta di astronavi recuperate e tecnologie aliene.

Una novità è la retrodatazione del primo contatto con un velivolo extraterrestre. Sarebbe avvenuto nel 1933 e per la gioia dei nostri sovranisti il tutto avviene a partire dall’Italia: «A Magenta in Lombardia venne trovato un veicolo parzialmente intatto. Il governo di Mussolini lo spostò in una base aerea sicura fino alla fine del regime, poi nel 1944 o 1945, grazie anche a Papa Pio XII, venne consegnato agli Stati uniti d’America». È una storia incantevole raccontata dall’ufologo italiano Roberto Pinotti a partire dal 2000. Secondo Pinotti, Mussolini era però convinto che si trattasse di un veicolo avanzatissimo di fabbricazione tedesca e questo lo convinse all’alleanza con Hitler.

L’altra novità è il modo in cui queste rivelazioni si sono innestate nel dibattito pubblico americano con interrogazioni al Congresso e dichiarazioni di politici di primo piano. In parte le ragioni di questa attenzione risiedono nella supposta credibilità della fonte, un ufficiale militare decorato in Afghanistan e più recentemente impiegato nell’Aaro, All-domain Anomaly Resolution Office, l’ufficio della segreteria della Difesa che si occupa di fenomeni anomali non identificati.

LA STORIA dell’ufologia è d’altronde una storia di fiducia nelle testimonianze. Non esistono evidenze scientifiche di contatti tra la specie umana e forme di vita extraterrestre. Esistono invece migliaia di persone più o meno credibili che affermano di aver visto astronavi o incontrato umanoidi alieni. Gli ufologi hanno rintracciato in alcuni passaggi negli scritti di Diodoro Siculo o Tito Livio la descrizione di fenomeni aerei anomali che sarebbero riconducibili a presenze extraterrestri e nel corso dei secoli sono tantissime le descrizioni scritte di avvenimenti di difficile decodifica.

D’ALTRONDE Ufo vuol dire Oggetto volante non identificato, una definizione che si pone a monte della comprensione del fenomeno. Il termine venne coniato dall’Aeronautica militare degli Stati uniti nel 1952 per raccogliere le segnalazioni, in particolare dei piloti che a partire dalla Seconda guerra mondiale si trovavano di fronte a oggetti aerei di cui non erano in grado di riconoscere l’origine. Si trattava soprattutto di un’esigenza di monitoraggio di eventuali tecnologie militari sconosciute sviluppate dall’aviazione del blocco sovietico. Sono però anche gli anni in cui si afferma nella cultura popolare quella che viene oggi chiamata l’età dell’oro della letteratura di fantascienza. Libri, fumetti e cinema raccontano di “marziani” e di invasioni aliene. Il termine ufologia diviene così un catalizzatore di paranoie apocalittiche ma anche di speranze di miglioramento dello stato di cose presenti. Cosa c’è di più non identificato del futuro?

COSÌ, MENTRE furoreggiano le storie di Buck Rogers e di Flash Gordon, il 24 giugno 1947 il pilota Kenneth Arnold dopo un volo per la ricerca di un velivolo militare disperso mette a verbale e racconta alla stampa di avere osservato nove insoliti oggetti volanti volare in schieramento vicino al vulcano di Tahoma nello stato di Washington. È lui a usare per la prima volta il termine dischi volanti (flying saucer) per descrivere il movimento veloce e fluido degli oggetti osservati. Quell’avvistamento grazie alla visibilità che gli darà l’agenzia di stampa Associated Press viene considerato il momento della nascita dell’ufologia. A poco valgono i tentativi di ridimensionare l’accaduto da parte delle autorità: Arnold è un pilota militare quindi degno di fiducia al punto di poter diventare poi, nel 1962, il candidato del partito repubblicano alla carica di vice-governatore dello stato dell’Idaho.

I piloti E.J. Smith, Kenneth Arnold, and Ralph E. Stevens osservano la foto di un «oggetto volante non identificato» foto Getty Images

DOPO KENNETH ARNOLD, ciclicamente, appariranno altri personaggi collocati sempre più all’interno dell’amministrazione governativa e militare. Sono loro più che i singoli avvistamenti a determinare l’agenda dell’ufologia.
Negli anni ottanta arrivano le testimonianze di Bob Lazar che si presenta come fisico laureato al Massachusetts Institute of Technology, assunto per lavorare come tecnico nell’Area 51 in cui avrebbe esaminato alcuni velivoli extraterrestri e cadaveri alieni provenienti da Zeta Reticuli. Tanti ufologi esperti lo considerano un testimone affidabile prima di scoprire che Lazar non si era mai laureato al Mit e il suo unico collegamento con le installazioni militari è stato un breve periodo di lavoro come tecnico presso una ditta appaltatrice di Los Alamos. Successivamente Lazar venne giudicato colpevole per favoreggiamento delle prostituzione e poi arrestato per traffico di materiale chimico ed esplosivi.

NEGLI ANNI NOVANTA appare sulla scena ufologica Philip Corso, militare di carriera che era stato a capo del controspionaggio a Roma durante la Seconda guerra mondiale e poi impiegato in servizi di intelligence prima in Corea e poi nella sicurezza del presidente Eisenhower.
Nel 1947 era di stanza in New Mexico a pochi chilometri da Roswell, il luogo in cui sarebbe precipitato il disco volante più famoso della storia: «Fui sconvolto quando ispezionai una cassa, dentro c’era qualcosa sommerso in un liquido gelatinoso e bluastro, una forma soffice e lucida come la pancia d’un pesce. Sulle prime pensai al cadavere d’un bambino, invece era una figura umanoide lunga un metro, con braccia e gambe lunghe e sottili, mani e piedi con quattro dita e una testa enorme a bulbo». Secondo Corso, il reverse engineering sui materiali dell’astronave recuperata a Roswell avrebbe portato allo sviluppo dei circuiti integrati, del laser, della fibre ottiche e del kevlar.
L’attenzione si è così spostata progressivamente dall’extraterrestre come allusione all’esistenza di mondi completamente diversi dal nostro, alle operazioni di nascondimento (cover-up) della fenomenologia Ufo operate dai governi.

COME PER DAVID GRUSH, la credibilità di Philip Corso è dovuta unicamente alla sua carriera di militare. Le sue rivelazioni restarono però confinate al mondo dell’ufologia e a qualche articolo di colore nonostante una più lunga carriera militare e la garanzia di aver visto personalmente quei reperti. Grush al contrario, pur riproponendo le tesi di Corso dice di esserne venuto a conoscenza indirettamente durante il suo lavoro. Ma se le “rivelazioni” di Grush stanno facendo più rumore di quelle di Corso è perché arrivano in un momento completamente diverso. In mezzo c’è stata la nascita di WikiLeaks e whistleblower come Edward Snowden e Chelsea Manning che con le loro rivelazioni sugli strumenti di sorveglianza o sui crimini compiuti dall’esercito americano in Iraq hanno messo in seria difficoltà il governo Usa. Anche loro erano impiegati nei servizi di intelligence militare ma diversamente dai whistleblower ufologici per loro sono scattati mandati di cattura internazionali e condanne esemplari.

USCITE come quella di Grush, a seconda di come le si interpreti, finiscono per indebolire la credibilità di tutti coloro che denunciano attività illecite del governo, oppure le anestetizzano accomunandole alle tesi cospirazioniste sul Deep State. Se sono fandonie quelle di Grush lo possono essere quelle degli altri whistleblower, se al contrario gli si attribuisce una qualche sostanza allora vuol dire che esiste una lobby segreta che governa il mondo alle spalle dell’opinione pubblica. Sono tesi ampiamente accarezzate anche dalla destra repubblicana e così ha fatto il senatore Josh Hawley che, dopo le rivelazioni di Grush, ha commentato: «Il governo ha minimizzato o tenuto nascosto al pubblico questi fatti per troppo tempo».

L’UFO FINISCE così per arruolato a sostegno del paradigma neoliberale di una eccessiva presenza dello Stato e delle sue istituzioni. Curioso epilogo per i sogni di viaggi interstellari e di incontro con società aliene, ma gli oggetti non identificati sono un fantastico spazio di proiezione per aspettative scientifiche, fantascientifiche o paranoie politiche e militari, oltre che un utile rilevatore culturale dello stato di salute di una democrazia.