Questa non è di certo la migliore delle settimane per Donald Trump. A Washington Dc la commissione della Camera che indaga sull’attacco al Campidoglio ha tenuto la sua udienza finale prima di essere sciolta, quando i repubblicani assumeranno la maggioranza nel nuovo anno, e ha votato per inviare ai pubblici ministeri del dipartimento di Giustizia una raccomandazione affinché l’ex presidente sia accusato di 4 crimini: incitamento all’insurrezione, ostruzione di un procedimento ufficiale del Congresso, cospirazione per frodare gli Stati Uniti e cospirazione per rendere falsa dichiarazione.

LA MOSSA della commissione non ha valore legale in sé, ma è la prima volta nella storia degli Stati uniti che il Congresso fa un passo simile per un ex presidente, e rappresenta una pressione politica sul Dipartimento di Giustizia che ha il peso di un macigno.
L’ultima udienza ha rimesso insieme tutti i momenti più forti delle deposizioni raccolte in 18 mesi. Dalla fedelissima ex consigliera di Trump Kellyanne Conway che ha detto al comitato che Trump simpatizzava con gli aggressori. Al deputato repubblicano Adam Kinzinger che ha affermato che il piano di Trump per il dipartimento di Giustizia era di convincerli a «indagare e perseguire presunte frodi elettorali e aiutarlo a convincere il pubblico che le elezioni erano state rubate. Dire una piccola bugia per mettere la facciata della legittimità».

E POI LE PROVE sulla campagna di pressione, diffamazione e incitamento alla violenza contro il vicepresidente Mike Pence, reo di essersi rifiutato di venire meno al suo dovere di certificare il voto, e tutta la sfilza di prove che mostrano come l’assalto al Campidoglio non sia mai stato una manifestazione spontanea, ma un tentativo pianificato e intenzionale di alimentare la sfiducia nel processo elettorale, iniziato molto prima dell’insurrezione.
Starà ora al dipartimento di Giustizia decidere di cosa fare di queste raccomandazioni, e il risultato potrebbe essere un’accusa formale per l’ex presidente attualmente in corsa per la Casa Bianca nelle elezioni del 2024.

PER LEGGERE le argomentazioni per le raccomandazioni bisognerà aspettare mercoledì, quando la commissione pubblicherà il rapporto, mentre, sempre mercoledì, il tribunale di Manhattan, in un processo separato, deciderà se rilasciare o meno le dichiarazioni dei redditi che Trump si e sempre rifiutato di rendere pubbliche.
Ciò che ha in mano ora il dipartimento di Giustizia non è solo un giudizio penale su quanto accaduto nel 2021, ma anche la responsabilità di confrontarsi su ciò che potrebbe accadere nuovamente se Trump potrà continuare a fare parte della vita politica americana.
A sottolineare questo aspetto nella dichiarazione di apertura, è stata la deputata repubblicana Liz Cheney, vicepresidente della commissione, che ha accusato Trump di un «totale fallimento morale e di chiara inosservanza dei suoi doveri», e ha ribadito che l’ex presidente è «inadatto a ricoprire qualsiasi carica».

TRUMP non ha perso tempo per scagliarsi contro la commissione e chiamare a raccolta i suoi, e anche prima che la commissione si riunisse, su Truth Social ha scritto: «I repubblicani e i patrioti di tutto il Paese devono rimanere uniti e forti contro i criminali e le canaglie della commissione non selezionata (gioco di parole fra select committee/unselect committe, ndr). Sarà un periodo buio per la storia americana, ma dopo il buio viene la luce». Ha inoltre definito i componenti della commissione dei «criminali che hanno spiato la mia campagna elettorale». «Mercenari della politica» che hanno «inventato la menzogna del Russiagate, per non nominarne altri. Sono dei vigliacchi codardi che odiano il nostro Paese».