In questi giorni la questione palestinese è quasi sparita dalle prime pagine, forse anche a causa delle prime tardive accuse rivolte da varie organizzazioni internazionali nei confronti dell’esercito e del governo israeliano. Ma egualmente la manifestazione che è stata organizzata da numerose comunità della diaspora palestinesi, associazioni, forze politiche e sociali a Roma ha registrato un ottimo successo. Almeno 2000 persone, a detta degli organizzatori, ad ascoltare i numerosi interventi che si sono succeduti dal palco allestito su un camion. Alex Zanotelli, con ha iniziato condannando il regime di apartheid vigente da troppo tempo in quelle terre: «Ma le parole non bastano – ha ricordato, citando il giornalista Gideon Levi – Bisogna fare come si è fatto con il Sud Africa, applicando sanzioni, boicottando i prodotti, fermando il traffico d’armi e i grandi affari che si realizzano col governo di Tel Aviv».

FORTE SOLIDARIETÀ è stata espressa anche da Marcello Scipioni, responsabile internazionale della Fiom che ha riconfermato il pieno appoggio dell’organizzazione alla causa palestinese. Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo ha impostato il proprio intervento sulle gravi complicità dei governi europei e in particolare delle forze politiche di maggioranza e di opposizione presenti nel parlamento italiano. «Una complicità – ha detto Acerbo – spesso tradotta nell’aumento della vendita di armi ad un esercito che fa strage di civili. Chi vende la pistola ad un killer è complice di omicidio, e va condannato».

CON PARTICOLARE attenzione è stato seguito l’intervento di Miriam Marini, della rete «Ebrei contro l’occupazione» che si è scagliata contro le infondate accuse di antisemitismo rivolte a chi sostiene il diritto alla pace in Palestina. «Una pace che deve essere fondata sulla parità dei diritti, sulla libertà per tutte e tutti. Una pace che deve mettere al centro l’eguaglianza e non la sopraffazione». Marini ha ricordato con profonda tristezza gli oltre 60 bambini uccisi dai raid israeliani e per cui poche parole sono state spese in Occidente. Tanti gli interventi di rappresentanti politici che si sono succeduti, da Stefano Fassina a Sergio Cararo, per PaP all’Usb a tanti altri.

Di positivo e nonostante le difficoltà che attraversano anche i movimenti palestinesi, fra le tante bandiere, la presenza di molti giovani a testimoniare l’embrione di una nuova istanza internazionalista. Sarebbe stato contento di esserci Dino Frisullo di cui ieri ricorreva tanto la nascita che la morte, avvenuta il 5 giugno 2003. Un compagno che in Palestina ha costruito cooperazione solidale e legami concreti.