Internazionale

In piazza per Ustinov, l’opposizione moscovita non si fa intimidire

In piazza per Ustinov, l’opposizione moscovita non si fa intimidireL’oppositrice Lyubov Sobol con un poster dell’attore Pavel Ustinov – LaPresse

Russia Raccolte 1 milione e 200mile firme contro la condanna dell’attore, e ieri sit in davanti all’ufficio di presidenza di Vladimir Putin

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 19 settembre 2019

I moscoviti ci hanno preso ormai gusto a mettere il granello di polvere della loro mobilitazione negli ingranaggi della repressione poliziesca e giudiziaria. Lunedì il 24enne attore Pavel Ustinov è stato condannato a tre anni e mezzo di detenzione per resistenza a pubblico ufficiale durante una manifestazione non autorizzata dell’opposizione il 3 agosto scorso. In un processo-farsa Ustinov è stato accusato di aver ferito alla mano l’agente antisommossa Alexander Lyagin, causandogli «danni morali e la necessità di restare in ospedale per 20 giorni con una spalla lussata». A nulla è valsa la difesa del giovane che ha sostenuto di non aver resistito in alcun modo all’arresto. Martedì però il caso è esploso in concomitanza con due fatti che hanno indignato l’opinione pubblica della capitale e non solo. In rete è stato diffuso un video, di cui la difesa aveva chiesto la messa agli atti durante il processo, in cui si vede chiaramente che Ustinov viene attaccato inerme da un gruppo di poliziotti e picchiato selvaggiamente provocando il sarcasmo del pubblico dei social: «Forse l’agente si era lussato la spalla a furia di menarlo» era stata la reazione più blanda.

A far infuriare ancora di più l’opinione pubblica è però la notizia della scarcerazione dei calciatori Alexander Kokorin o Pavel Mamaev dopo un solo un mese di detenzione. I due erano stati condannati a 18 mesi di carcere dopo una “notte da leoni” in cui avevano messo a soqquadro, sotto l’effetto di alcool e stupefacenti, alcuni locali della capitale e pestato malcapitati avventori. Non poteva non stridere l’immagine di una Mosca ricca, volgare e impunita con quella di un giovane a cui vengono calpestati anche i minimi diritti come quello a un giusto processo. Ed è iniziato il tam tam. Sono state raccolte 1 milione e 200mila firme di protesta sulla rete nel giro di 24 ore, ma è stato solo il preludio a quanto successo ieri; dal pomeriggio, a migliaia, con striscioni e cartelli si sono radunati davanti all’ufficio di presidenza di Vladimir Putin per chiedere l’immediata liberazione di Ustinov. Il Cremlino è stato costretto a emettere un comunicato sulla vicenda goffo e imbarazzato: «Si consiglierebbe ai cittadini di attendere la sentenza di secondo grado» ha dichiarato Dmitry Peskov il portavoce personale di Putin. Ma sembra che i moscoviti abbiano ormai preso gusto a mettere alla berlina il potere e non abbiano intenzione di attendere tanto, promettendo di mobilitarsi fino alla vittoria. E anche alcuni grandi giornali indipendenti come Vedomosti e Kommersant hanno annunciato già per domani «iniziative straordinarie» a sostegno di Ustinov.

Il rischio per il governo è ora di dover assistere a un altro sabato di cortei e presidi come quelli di agosto, cercherà probabilmente già nelle prossime ore di trovare una via d’uscita. Il muro contro muro e i sistemi autoritari usati contro l’opposizione nell’ultimo decennio si stanno sgretolando e mostrano la corda ma sembra che gli organi di sicurezza e la magistratura russa non abbiano cultura e tradizione per imprimere una «svolta riformista» alle politiche di ordine pubblico.

Del resto sta diventando coscienza comune di non potersi arrestare al caso eclatante. «Abbiamo già una parola d’ordine “Io/Noi siamo tutto il paese”. Con ciò vogliamo affermare che tutti i casi giudiziari dei detenuti politici ora in prigione devono essere rivisti. Anche io non sapevo come andassero di preciso i processi da noi, ma purtroppo ora lo so» ha sostenuto il noto attore russo Alexander Pal, tra i primi a mobilitarsi lunedì in difesa del giovane collega.

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