Tra polemiche e proteste delle opposizioni, continua il lento spoglio delle schede elettorali degli oltre 170mila seggi sparsi nei 36 stati della Nigeria. Forse nella mattinata di oggi sarà proclamato il nuovo presidente – probabilmente Bola Tinubu, leader del partito dell’All Progressive Congress (Apc) del presidente uscente Muhammadu Buhari – anche se il sistema elettorale prevede una maggioranza assoluta e più del 25% dei voti espressi in due terzi degli stati del paese (24 su 36), in caso contrario si andrà al ballottaggio tra 21 giorni.

DOVEVANO ESSERE, secondo il presidente della Commissione nazionale elettorale indipendente (Inec), Mahmoud Yakubu, delle elezioni «libere e democratiche che mostreranno anche i progressi tecnologici del paese». Non è andata così.

Ieri sera, a tre giorni dal voto, Bola Tinubu, anziano esponente del partito di maggioranza è in vantaggio con il 37%, seguito dall’eterno contendente – alla sua sesta candidatura – Atiku Abubakar del Partito democratico popolare (Pdp) al 29,7% e dall’outsider del Labor Party (Lp), Peter Obi, con il 27%.

TINUBU ha avuto il forte sostegno degli stati del sud-ovest (Kwara, Ekiti, Ondo, Ogun e Oy, Kogi) da sempre bastioni dell’Apc e ha ottenuto due stati fondamentali nel nord come Zamfara e Jigawa. Da parte sua Abubakar si è imposto in tutti gli stati del nord (Yobe, Katsina, Sokoto, Kaduna), colpiti dalle violenze jihadiste di Boko Haram e dal recente fenomeno del banditismo, e in aperto contrasto con il presidente uscente Buhari per i suoi 8 anni di governo totalmente «deficitari» nel risolvere la questione sicurezza nel paese. Invece Peter Obi ha confermato il forte sostegno da parte degli Igbo – terza etnia del paese – e si è affermato al centro e al sud, con la sensazionale vittoria nella metropoli di Lagos, roccaforte di Tinubu, che conferma il forte consenso giovanile di cui gode.

NONOSTANTE QUESTI RISULTATI, i due principali partiti di opposizione, il Pdp e il Lp, hanno abbandonato per protesta la sede dell’Inec nella capitale, Abuja, e hanno bollato le elezioni come una «farsa», accusando anche la Commissione elettorale di «evidenti errori durante le operazioni di voto e spoglio, tali da compromettere il risultato finale».

Le opposizioni hanno evidenziato «seggi aperti in ritardo, materiale elettorale senza i simboli di alcuni partiti, poca trasparenza nella trasmissione dei risultati», disfunzioni tali da richiedere «l’annullamento del voto e nuove elezioni».

SOSTENITORI DEL PDP E DI PETER OBI hanno manifestato ieri davanti alla sede dell’Inec. La tensione è salita quando a poca distanza si sono radunati anche i sostenitori dell’Apc con cartelli che esortavano i nigeriani «a difendere la democrazia» e l’Inec a «completare il conteggio dei voti».

Da parte sua Bola Tinubu, parlando forse già da presidente, ha esortato i suoi sostenitori e il popolo nigeriano «a mantenere la calma e a non cadere nella violenza», in riferimento agli scontri a Lagos tra appartenenti all’Apc e commercianti della comunità Igbo, sostenitori di Obi.