Questo turno di primarie repubblicane in Iowa (si vota lunedì 15 gennaio, ndr) verrà ricordato come il più freddo e uno dei meno seguiti della storia.

La candidatura, salvo eventi straordinari, andrà a Donald Trump, verso il quale c’è un seguito da culto: non importa se stia mentendo in modo evidente, il suo pubblico lo applaude comunque sempre convinto.

Trump al Town Hall moderato da Fox News in Iowa, foto Marina Catucci /il manifesto
Trump al Town Hall moderato da Fox News in Iowa, foto Marina Catucci /il manifesto

A Des Moines Trump ha incontrato gli elettori in una Town Hall moderata da Fox News, durante la quale fra le altre cose ha minimizzato l’impatto di Anthony Fauci sulle persone durante il lockdown.

Il lockdown non è storia antica, e in quel periodo non solo gli Usa ma il mondo intero pendeva dalle parole dell’immunologo più famoso del mondo, ce lo ricordiamo tutti, ma le parole di Trump, come la pistola che cancella la mente nel film Man in Black, hanno spazzato via quel ricordo, riscrivendo gli eventi secondo una sua narrazione personale, per cui Fauci “era sempre qua, che potevo fare? Mandarlo via? Ma non aveva spazio. È stato Biden a darglielo con l’obbligo di mascherine e altro, così come ha fatto DeSantis”.

Il pubblico durante le pause pubblicitarie gli urlava “Ti amiamo!’.

In realtà il governatore della Florida Ron DeSantis ha sempre guidato il suo stato come se il Covid non esistesse, ma nei suoi comizi in Iowa deve difendersi, smentendo di aver mai seguito i principi della scienza in vita sua.

Ciò che DeSanctis sottolinea è che fino ad ora “Trump ha mentito alla stampa liberal e questo va bene, lo faccio anche io, lo facciamo tutti. Ma ora sta mentendo a noi! Ai conservatori!”.

Ron DeSantis
“Trump ha mentito alla stampa liberal e questo va bene, lo faccio anche io, lo facciamo tutti. Ma ora sta mentendo a noi! Ai conservatori!”

La sua campagna si basa sull’affermazione che The Donald deve mentire perché in realtà non è abbastanza di destra: ammette eccezioni sull’aborto, non è abbastanza duro coi migranti che non dovrebbero entrare negli Usa per nessun motivo, non ha davvero polso nemmeno con le persone transgender.

Se DeSantis si presenta come la vera destra dura, Nikki Haley ha abbracciato la narrativa opposta, e si mostra come “l’unica alternativa al caos”. Parla a voce bassa e monocorde, si scatta decine di selfie con i sostenitori sorridendo in modo tranquillizzante.

Ma né De Santis né Haley sembrano davvero credere di poter battere Trump, e i dibattiti si svolgono senza The Donald che fa eventi separati, mentre i suoi due oppositori lottano fra loro per un secondo posto.

L’obiettivo di Haley e di DeSantis è arrivare secondi, in modo da provare una rimonta o almeno mostrarsi come un appetibile vicepresidente.

Uno lo fa cercando di scavalcare Trump a destra, l’altra dipingendosi come il buon senso centrista. In entrambi i casi non c’è nessuna visione politica, nessun vero programma, ma slogan buttati lì per fare colore.

Ad accorrere a questi incontri sfidando la neve che si accumula, ci sono molti pochi elettori locali.

“C’è qualcuno dell’Iowa stasera?” Ha chiesto esasperato il corrispondente politico del New York Times dopo un comizio serale di DeSantis, dove c’era più stampa che pubblico, e quel poco pubblico veniva da qualsiasi stato ma non dall’Iowa.

“Studio scienze politiche, vengo dal Kansas, sono in gita con l’università per assistere a questo grande processo elettorale, ma non sono un repubblicano – dice il 19enne David – ho perso mio nonno per il Covid, mentre DeSantis diceva che era un raffreddore. Non so come i repubblicani riescano a votare per qualcuno di questi tre. Sono divisivi, basterebbe questo: e la mia generazione ne ha abbastanza di vetriolo politico. Biden non mi entusiasma, e votare senza entusiasmo alla mia età è davvero triste”.

Questo articolo fa parte di Elettorale Americana, la sezione speciale del sito dedicata al voto per le presidenziali negli Stati uniti

Ascolta il podcast di Marina Catucci e Giovanna Branca