Internazionale

In Guinea-Conakry resta al potere la giunta militare: elezioni solo nel 2025

In Guinea-Conakry resta al potere la giunta militare: elezioni solo nel 2025Il colonnello Mamadi Doumbouya – Ap

Transizione lunga La Cedeao, preoccupata dalle «notizie di violenze e repressione nei confronti di numerosi esponenti politici delle opposizioni», alla fine cede. L'annuncio in tv del colonnello Mamadi Doumbouya, presidente ad interim dopo il golpe di un anno fa

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 23 ottobre 2022

In un discorso tenuto venerdì sera alla televisione nazionale, il colonnello Mamadi Doumbouya, presidente ad interim della transizione della Guinea Conakry ha annunciato che l’attuazione del calendario stabilito con la Comunità Economica dell’Africa Occidentale (Cedeao) entrerà in vigore dal «prossimo gennaio 2023 e avrà una durata di 24 mesi prima di elezioni democratiche».

Proprio a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York lo scorso fine settembre, gli stati membri della Cedeao si erano incontrati in un vertice straordinario e avevano concesso alle autorità di transizione un mese per presentare un calendario ragionevole e accettabile, in mancanza delle quali sarebbero state imposte severe sanzioni alla Guinea.

La Cedeao in quel vertice si era detta anche preoccupata per le «notizie di violenze e repressione nei confronti di numerosi esponenti politici delle opposizioni», in particolare i membri del Fronte nazionale per la difesa della costituzione (Fndc) le cui sedi sono state chiuse dal governo e che questo giovedì ha indetto una manifestazione con scontri tra giovani manifestanti anti-giunta e forze di sicurezza.

Acclamato e sostenuto dalla popolazione dopo il golpe militare che aveva portato alla caduta dell’ex presidente Alpha Condé, l’attuale uomo forte e presidente ad interim della Guinea Conakry, colonnello Mamady Doumbouya, non ha confermato, ad un anno di distanza dal golpe, le aspettative di cambiamento tanto richieste dalle diverse forze politiche ed ha assunto un atteggiamento sempre più repressivo.

In questi ultimi sei mesi il Fronte nazionale per la difesa della Costituzione (Fndc) – coalizione di partiti, sindacati e organizzazioni della società civile – ha aspramente criticato i metodi «troppo decisi e autoritari» del presidente di transizione, denunciando con una serie di manifestazioni una «deriva autoritaria da parte del Comitato Nazionale per la Riconciliazione e lo Sviluppo (Cnrd)», gestito dai militari per la transizione.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento