In Donbass Veritas
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Vladimir Putin

Il colonnino infame In amore e in guerra tutto è permesso, o almeno così dovrebbe essere, ma nelle decadenti democrazie liberali assistiamo piuttosto a un costante, progressivo arretramento di tale buona norma comportamentale...

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 26 marzo 2022

In amore e in guerra tutto è permesso, o almeno così dovrebbe essere, ma nelle decadenti democrazie liberali assistiamo piuttosto a un costante, progressivo arretramento di tale buona norma comportamentale. Oh! non sto mica dicendo che machismo e spirito guerriero siano tra noi mollicci occidentali in tombale via d’estinzione, ma qua alla prima bomba su civili, all’ennesimo femminicidio, tutti a strapparsi i capelli e mostri sbattuti in prima pagina. Col risultato che oggi come oggi se in ascensore ti azzardi a fare un complimento a una bella collega sei licenziato e se ti permetti di fornire bombe a grappolo ai sauditi per coventrizzare lo Yemen sei crocifisso. Quindi, si fa ma non si dice e con tutta evidenza le prime vittime della verità sono da noi proprio l’amore e la guerra, SIG.

Che poi una deriva del genere giungesse a lambire perfino le virili autocrazie illiberali dell’est, beh, questo è davvero paradossale. E nonostante in Russia pubblica opinione e libertà di stampa siano da tempo state sputate via come moscerini, al povero Putin mo’ gli tocca pure negare massacri e stupri di massa oppure, se messo spalle al muro, a giustificarsi: «Tutta colpa dei nazisti del Battaglione Azov, è per estirparli dal Donbass che ho dovuto invadere l’Ucraina».

Poi, siccome chiodo scaccia chiodo, il meschino è stato pure costretto a buttare nella mischia forze speciali come i seguenti gruppi paramilitari*: il Battaglione Sparta, Alba Ortodossa, la Legione di Santo Stefano, il Distaccamento Jovan Šević, l’Unione della Gioventù Euroasiatica, il Movimento Imperiale Russo, il Battaglione Svarozich (neo-pagani adoratori del dio slavo Svarog), l’Unione Slava, il Movimento contro l’Immigrazione Illegale, il Battaglione Rusich, il Battaglione Ritiro.

Tutti hanno come emblemi varie versioni della svastica (qualcuno anche teschi, emblemi zaristi, croci templari…), tutti, dicevo, tranne l’«Unità Nazionale Russa» di Pavel Gubarev; Pavel detesta le imitazioni e alla perfetta svastica originale non rinuncerebbe per tutto l’oro del mondo, (per la cronaca Gubarev fu il primo presidente del Donetsk e ivi fondò la Milizia Popolare secessionista).

Per rispetto al patriarca Kirill, va infine segnalato il pio Dmitry Boytsov che col suo esercito «Esercito Ortodosso Russo» di circa 4000 effettivi è accusato di rapimenti e linciaggi di protestanti, cattolici, ebrei e membri della Chiesa Ortodossa Ucraina.

Amen.

* FONTE: Osservatorio sulla sicurezza internazionale della Luiss.

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