Un cessate il fuoco tra Israele e Jihad Islami a Gaza, mediato dall’Egitto, era atteso ieri alle 22 locali. Nelle ore precedenti è però proseguita l’offensiva israeliana «Scudo e freccia». I palestinesi hanno denunciato attacchi aerei diretti contro abitazioni civili. Tra venerdì e ieri sera almeno 13 case sono state colpite. In tutto da martedì 49 edifici di Gaza sono stati distrutti e decine di altri danneggiati. Gli attacchi, preceduti dalla fuga precipitosa di quelli all’interno, avvertiti pochi minuti prima dell’arrivo delle bombe dall’esercito israeliano, si sono concentrati prima su edifici a Beit Lahiya e Beit Hanoun, poi a Gaza city, quindi a sud a Deir al Balah, Abasan Al Kabira, Khan Yunis e Rafah. Solo in alcuni casi ad occuparle erano le famiglie di membri del Jihad islami, le altre invece non hanno legami con l’organizzazione islamista.

Centinaia di persone, arabi ed ebrei, in diverse località di Israele hanno manifestato ieri contro l’attacco a Gaza. Ad Haifa hanno mostrato poster con i volti dei sei bambini palestinesi uccisi dai bombardamenti. Il totale dei morti a Gaza è di 33, circa 150 i feriti.

Da parte sua il Jihad ha lanciato missili per tutto il giorno – da mercoledì circa 1300 – in gran parte verso il sud di Israele provocando danni ad alcuni edifici e strade. I lanci si sono intensificati a sera, nell’imminenza del cessate il fuoco. Uno è stato intercettato sopra Tel Aviv. A Shokeda un razzo ha ucciso un manovale di Gaza in un cantiere edile. Due giorni fa un razzo aveva causato la morte di una donna a Rehovot. In Cisgiordania un raid israeliano ha ucciso due palestinesi nel campo profughi di Balata (Nablus).