Dodici mesi da record, come non se ne vedevano dai tempi prima della grande crisi del 2008, alla faccia di tutti gli «scandali» registrati nell’ultimo decennio.

Deutsche Bank si conferma più ricca che mai dopo la cura da elefante imposta dal suo amministratore delegato a beneficio soprattutto degli azionisti. Ieri il principale istituto di credito della Germania ha anticipato le cifre dell’ultimo bilancio coronato dalla stratosferica impennata degli utili: da 1,9 miliardi di euro del 2021 a oltre 5 del 2022.

Un vero e proprio boom di profitti per la maggiore cassaforte finanziaria del Paese, dovuto al rialzo dei tassi di interesse imposto dalla Bce in nome della lotta all’inflazione (che fa guadagnare indistintamente tutte le banche dell’Eurozona) ma anche ai propri rilevanti ricavi nei settori di investment e corporate banking.

Complessivamente è «merito del riallineamento della banca avvenuto sotto la mia guida»; almeno così rivendica l’ad di Deutsche Bank, Christian Sewing, artefice della «revisione strategica» iniziata nel 2019 con la potatura di tutti i rami più o meno «improduttivi». A cominciare dal taglio di migliaia di posti di lavoro come ricorda la rete del servizio pubblico Deutsche Welle.

Nella pratica il piano di rinascita finanziaria di Sewing ha portato nelle casse di Deutsche Bank un’autentica valanga di denaro: rispetto al 2021 i ricavi del 2022 sono cresciuti fino a quota 27,2 miliardi di euro segnando la crescita del 7%, mentre i profitti preannunciati dall’ad segnano addirittura il ritorno degli utili al livello precedente alla crisi finanziaria mondiale di tre lustri fa.

«Negli ultimi tre anni e mezzo abbiamo trasformato la banca con successo. Dopo esserci concentrati sui nostri punti di forza siamo diventati più redditizi, diversificati ed efficienti» è la spiegazione del ritorno al successo dell’ad al timone dell’istituto di credito dal 2018. Tecnicamente la sua riforma strutturale vanta anche la chiusura del trading azionario globale e l’integrazione di Deutsche Bank con Postbank nella rete del retail.

Tuttavia il risultato più eclatante del record di utili rimane il recupero dell’immagine pubblica dell’istituto incrinata dalla serie di scandali che ha coinvolto le passate dirigenze.

Nel 2017 Deutsche Bank fu costretta a pagare una multa di 7,2 miliardi di dollari per chiudere il procedimento avviato dalle autorità Usa che le contestavano di aver acquistato mutui ipotecari poco garantiti negli Stati Uniti e di averli poi rivenduti come prodotti finanziari sicuri. «All’epoca, internamente, la banca guadagnò molto denaro scommettendo sul crollo che poi ha innescato la crisi finanziaria del 2008» sottolinea ancora la Deutsche Welle.

Appena due anni prima era diventata di pubblico dominio l’incredibile scoperta che l’istituto tedesco aveva travestito da normale transazione azionaria il mega-riciclo in rubli di 10 miliardi di dollari di denaro come minimo sporco. Altro trucco fatto pagare salato dagli Stati Uniti con 600 milioni di dollari di sanzione; altro danno di reputazione riparato dai profitti miliardari del 2022.

Nel passato di Deutsche Bank si possono ripescare anche altri affaire non esattamente cristallini, come la sponda finanziaria offerta a Teheran per violare l’embargo commerciale di Washington, le accuse di manipolazione del tasso di interesse, e i clamorosi rapporti finanziari intrattenuti con il miliardario Usa Jeffrey Epstein, condannato per reati sessuali, trovato cadavere nel 2019 nella sua cella al Metropolitan Correctional Center di New York .