Dal 2020 sono già 27 i milioni di euro stanziati dall’Italia a favore delle autorità marittime tunisine. Una linea di finanziamento iniziata nell’estate di tre anni fa e che vede nel ministero degli Esteri italiano, il ministero degli Interni tunisino e nell’agenzia delle Nazioni Unite Unops i tre attori principali.

In un’inchiesta del giornale online IrpiMedia viene ripercorso il rapporto ormai solido tra le due parti, inquadrato all’interno del programma «Support to Tunisia’s border control and management of migration flows» e inaugurato dall’allora ministro Luigi Di Maio.

Il documento prevede la rimessa in efficienza di sei imbarcazioni già in possesso della Guardia costiera locale e la fornitura di mezzi terrestri per il controllo delle frontiere come pick up, mini bus per il trasferimento di detenuti e sistemi di prelievo del Dna. Partito a fine 2020 con un budget di 8 milioni di euro, attraverso l’uso arbitrario del Fondo di premialità è stato alzato a 27 in poco più di due anni.