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Imamoglu: «Vinceremo ancora: saranno i cittadini a gestire Istanbul»

Imamoglu: «Vinceremo ancora: saranno i cittadini a gestire Istanbul»Ekrem Imamoglu ha ripreso ieri la campagna elettorale in vista del secondo voto, il 23 giugno – Chp

Turchia Intervista al candidato sindaco del Chp, eletto il 31 marzo scorso, a un mese dal nuovo voto dopo l’annullamento voluto da Erdogan: «Annullando le sole elezioni di Istanbul è stato leso il diritto di 16 milioni di persone. Hanno bloccato il lavoro che avevamo avviato. O meglio, lo hanno solo rimandato»

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 23 maggio 2019

«Anche in queste condizioni difficili, il nostro messaggio è diventato simbolo della speranza di 82 milioni di cittadini e nessuno dovrebbe esitare a fidarsi del futuro». A un mese esatto dalle nuove elezioni al comune di Istanbul, il vincitore delle prime, annullate, Ekrem Imamoglu ci crede: è possibile vincere di nuovo.

In questi anni le elezioni in Turchia sono state oggetti di forti controversie, ma mai prima d’ora la Commissione Elettorale Suprema (Ysk) era intervenuta annullando le elezioni. Qual è il significato politico della decisione? I turchi possono continuare ad avere fiducia nelle istituzioni?

Dopo aver perso le elezioni, il Partito di Giustizia e Sviluppo (Akp) ha contestato il risultato in ogni modo. Ha chiesto e ottenuto la verifica di 319mila voti indicati come invalidi. Poi ha chiesto il riconteggio completo in sei distretti, anche questo accettato. Ancora, sono state chieste verifiche su schede fantasma, sui voti dei detenuti e di altri elettori ritenuti privi di diritti politici. Tuttavia, i risultati di queste obiezioni non hanno dato soddisfazione ai nostri concorrenti né hanno oscurato la nostra vittoria. Chi non ha potuto accettare l’esito delle urne ha così posto sulla Commissione elettorale un’enorme pressione: sette membri (su 11, ndr) hanno preferito non respingere questa pressione, ma obbedire. Il voto degli elettori è stato ignorato, adducendo la motivazione che le commissioni dei seggi elettorali erano formate in modo errato.

Una motivazione senza base legale: è la Ysk che decide e veglia sull’organizzazione dei seggi elettorali, è un potere di governo, non certo mio. Oltretutto, la Ysk aveva in altre occasioni respinto obiezioni di questo tipo, stabilendo che eventuali errori nell’organizzazione del voto non potevano essere fatti pagare all’elettorato. Una linea decisionale sostenuta anche nelle elezioni del 31 marzo, nei casi dei distretti di Mustafakemalpasa a Bursa e di Pasinler a Erzurum (distretti contestati dove l’Akp ha vinto, ndr). Annullando le sole elezioni di Istanbul è stato leso il diritto di 16 milioni di cittadini. Hanno bloccato il lavoro che avevamo appena avviato, o meglio, lo hanno solo rimandato, visto che vinceremo anche il 23 giugno. Un rinvio che non danneggia noi, ma coloro che attendono una soluzione rapida ai problemi della città, costretti a perdere 2-3 mesi di tempo prezioso.

Ho amministrato per 10 anni il municipio di Beylikdüzü dopo averlo preso dalle mani dell’Akp. Prima delle elezioni del 31 marzo ho detto: «La mia tradizione è vincere le elezioni contro l’Akp». Ho preso il Mazbat (il documento ufficiale che certifica l’elezione alla carica, successivamente revocato, ndr) e ho cominciato un lavoro durato solo 18 giorni. Poi qualcuno ha annullato le elezioni per i propri interessi politici, senza pensare che così ha fatto male alle istituzioni della Turchia e alla sua democrazia. C’è un dettaglio che hanno dimenticato: tutto è avvenuto sotto gli occhi del pubblico. Il 23 giugno vinceremo ancora e, dopo la primavera, porteremo ad Istanbul anche l’estate.

La sua candidatura ha raccolto il sostegno di molti elettori d’opposizione e in vista del 23 giugno altri partiti le hanno assicurato sostegno. Se verrà rieletto, come intende ripagare questo debito e quali spazi avranno questi partiti sotto il suo mandato?

In molti ci hanno dichiarato il proprio sostegno, alcuni anche ritirando i propri candidati. La richiesta di democrazia non è espressa solo dai partiti politici, ma da tutti i segmenti della società. La decisione della Commissione elettorale, risultato di pressioni politiche, ha causato profondo sgomento. Sono sicuro che un gran numero di elettori che hanno votato per Akp e Mhp (il partito ultranazionalista alleato di Erdogan, ndr) stanno vivendo questo disagio. Ringrazio tutti i partiti per il loro sostegno, in particolare il Partito Iyi, che ha stretto un’alleanza con noi. A costoro faccio un’unica promessa: il nostro lavoro e il nostro servizio non dipenderanno dall’appartenenza a questo o quel partito. Non ci sarà alcuna discriminazione nell’assegnare incarichi e posti di lavoro. Io credo che i partiti non vogliano da me null’altro che questa imparzialità.

Quali i suoi progetti e le sue idee per il futuro di Istanbul e cosa offre rispetto alla precedente amministrazione?

Ho promesso una città in cui tutti possano vivere in pace. Cambiamo prima l’approccio gestionale, inaugurando inedite modalità decisionali dal basso. I suggerimenti della strada e dai quartieri forniranno il maggior contributo alla nostra gestione. La trasparenza sarà la base di partenza e ogni cittadino sarà in grado di mettere in discussione dove e come vengono usate le risorse. Le riunioni del Consiglio saranno trasmesse in diretta, una pratica che ho subito inaugurato con la mia prima riunione, seguita per la prima volta nella storia della Turchia da più di 3,5 milioni di persone. Elimineremo le barriere alla partecipazione, con un’attenzione speciale ai giovani che desiderano entrare nel mondo del lavoro. Moltiplicando il numero di scuole materne, prepareremo un futuro migliore per i nostri figli e daremo sostegno ai genitori.

Gestire una città grande come Istanbul richiede ingenti risorse, inclusi trasferimenti dal governo centrale oggi controllato dal suo partito rivale. In 25 anni di gestione, l’Akp ha goduto di strettissimi rapporti con il mondo degli affari di Istanbul. Come intende trovare i mezzi finanziari e quali difficoltà si aspetta?

La Turchia è uno stato di diritto, in cui doveri e responsabilità sono dettate dalle leggi. I confini tra governo centrale e comuni sono tracciati. Tutti agiscono all’interno di queste regole, inclusa Istanbul, una città che aprendosi al mondo può aumentare ulteriormente le sue risorse. Dovranno essere utilizzate nel modo più efficiente. Ad esempio, secondo i nostri calcoli solo migliorando la gestione dei rifiuti sarà possibile generare risorse per 6-7 miliardi di lire (circa un miliardo di euro, ndr). Produrremo un significativo sollievo sui conti pubblici attraverso un più corretto utilizzo delle risorse umane, un’adeguata pianificazione degli approvvigionamenti e il rispetto dei requisiti di concorrenza e qualità. Il nostro principale riferimento è il lavoro fatto durante la mia amministrazione del comune di Beylikdüzü. La fiducia delle persone è stata costruita così, continueremo su questa strada.

Qual è il suo piano B se vincerà il candidato dell’Akp?

Saremo noi a vincere le elezioni del 23 giugno. Ho inaugurato una nuova tradizione di vittoria sul partito Akp. Questa tradizione non verrà perduta.

Il suo slogan elettorale, HerSeyCokGuzelOlacak (Andrà tutto bene), è un messaggio di speranza. Come possono crederci i cittadini in un momento di difficoltà economica e di crisi delle istituzioni?

La Turchia vive una profonda crisi e il peso di tutto ciò è sulle spalle della gente. Con le giuste decisioni e la giusta gestione, tutto migliora. Siate certi che, quando la lotta per la democrazia e la legge di 16 milioni di persone avrà successo, tutti guarderanno al futuro con più serenità. La Turchia risolverà i propri problemi solo con una maggiore solidarietà. Lo vedo ogni giorno sul volto delle persone che incontro. Non c’è disperazione, perché siamo tutti insieme.

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