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Ilaria Salis non può votare. Il padre: «Si muova il governo»

Roberto SalisRoberto Salis

Il caso Oggi il verdetto del ricorso per i domiciliari in Ungheria. Fratoianni vola a Budapest. Gli agenti carcerari all’antifascista: «Sei straniera, non sappiamo come fare»

Pubblicato 5 mesi faEdizione del 14 maggio 2024

Mercoledì della settimana scorsa sono scaduto i termini della custodia cautelare di Ilaria Salis nel carcere di Gyorskocsi Utca, a Budapest. E però l’antifascista italiana è ancora dietro le sbarre.

Oggi il giudice dovrebbe decidere il da farsi sull’appello presentato dagli avvocati della donna contro i rigetto della richiesta dei domiciliari in Ungheria e poi, a seguire, arriverà la decisione sull’eventuale proroga della custodia cautelare in carcere.

Sarà presente in aula anche il leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. Difficile, se non impossibile, che la situazione cambi in questa sede: il prossimo appuntamento processuale di rilievo si consumerà soltanto il 24 maggio, quando in aula saranno ascoltati i testimoni dell’accusa.

Da sedici mesi reclusa e sotto processo per l’accusa di aver partecipato ad alcune risse con dei militanti neonazisti e ora candidata alle europee nella lista Alleanza Verdi Sinistra, Salis rischia inoltre di non poter esprimere il proprio voto, nonostante sia cittadina di un paese europeo e nonostante non sia stata ancora condannata. L’ha scoperto per caso, quando le guardie penitenziarie hanno fatto il giro dei detenuti per chiedere appunto chi avesse intenzione di votare alle europee e lei, ovviamente, ha risposto di volerlo fare. «Sei straniera, non sappiamo come fare», è stata la risposta.

«C’È UNA PALESE violazione dei diritti umani in corso e ci vorrebbe una presa di posizione chiara del governo», dice Roberto Salis, il padre di Ilaria. Che poi attacca: «L’ambasciatore italiano a Budapest Manuel Jacoangeli ha contattato il ministero dell’Interno visto che è un problema loro e mi aspetto una presa di posizione chiara per capire se tutti i cittadini possono esercitare il loro diritto di voto».

La questione, in effetti, interessa l’articolo 3 del protocollo n numero 1 alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, quello che riguarda il diritto alle libere elezioni. Dal punto di vista del diritto, infatti, non c’è alcun dubbio sul fatto che Ilaria Salis debba essere messa in condizioni di poter esprimere il suo voto. «Ilaria ha i diritti previsti dalla Costituzione italiana – spiega il segretario dei Verdi Angelo Bonelli, che si recherà in Ungheria venerdì -, il venire meno di questo diritto è una gravissima violazione che si ripropone. Ci appelliamo al ministro degli Esteri e al governo affinché il diritto di voto possa essere esercitato». E Christian Raimo aggiunge: «Questa è la dimostrazione che il caso Salis è politico e collettivo. Trattarlo da caso umanitario toglie forza anche al diritto umanitario».

Gli fa eco l’eurodeputato uscente Massimiliano Smeriglio: «Mi aspetto una presa di posizione molto ferma da parte delle istituzioni: governo, ministro degli Esteri, ambasciatore a Budapest. In questo momento sento una forte vicinanza sia nei confronti di Ilaria che di suo padre Roberto, a cui siamo al fianco in questa battaglia di civiltà».

Intorno germoglia anche la campagna elettorale della destra. Già da diverse settimane il leader leghista Matteo Salvini cita il nome di Salis ogni volta che può, mettendolo (per motivi oscuri ai più) in relazione con quello del suo candidato Roberto Vannacci. L’ultima polemica, creata ad arte dai giornali della destra, riguarda la presenza di Roberto Salis al Salone del libro di Torino.

«FACCIO PRESENTE che al Salone c’era il ministro Salvini che sta facendo esattamente le stesse cose che sto facendo io per il suo candidato Roberto Vannacci – la risposta del padre dell’antifascista -. Nessuno mi ha dato chiarimenti sulla par condicio – ha aggiunto – li attendo con curiosità. Sono un libero cittadino che in campagna elettorale può dire quello che gli pare, a meno che non vogliamo limitare i diritti dei liberi cittadini».

In effetti Salvini si è fatto vedere al Salone nella giornata di sabato e, pur non potendo presentare la sua ultima fatica letteraria, ha tenuto un firmacopie e poi si è aggirato per ore e ore tra i padiglioni del Lingotto di Torino, improvvisando qua e là comizi per piccoli gruppi di curiosi.

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