Internazionale

Il voto di principio dei democratici non frena Trump

Il voto di principio dei democratici non frena TrumpLa speaker della Camera, Nancy Pelosi – LaPresse

Stati uniti La Camera a maggioranza dem vota una risoluzione (non una legge) per limitare i poteri di guerra del presidente, sapendo già che l'iniziativa morirà al Senato guidato dai repubblicani. Ma serve a compattare la base

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 12 gennaio 2020

Si è tenuto al Congresso un voto più che altro simbolico per limitare il potere di Trump di portare avanti un’escalation militare con l’Iran. La risoluzione non diventerà legge, ma l’opposizione democratica ha voluto chiarire la sua posizione con la Casa bianca: Donald Trump non può continuare ad agire da solo e condurre gli Stati uniti in guerra con l’Iran senza il permesso del Congresso.

La Camera, a maggioranza democratica, ha approvato la risoluzione con 224 voti a favore (tutti i dem, più tre repubblicani) e 194 contro (tutti i repubblicani e otto dem). La risoluzione limita le azioni militari che il presidente può intraprendere senza consultare il Congresso e chiede la fine delle ostilità con l’Iran entro 30 giorni.

«Il presidente ha chiarito che non ha una strategia coerente per mantenere gli americani al sicuro, allentare le tensioni con l’Iran e garantire la stabilità della regione – ha detto la presidentessa della Camera Nancy Pelosi – L’importante non è quanto Soleimani sia stato cattivo, ma quanto siamo bravi noi a proteggere il nostro popolo in modo da evitare la guerra e non portarci a produrre sempre più generazioni di veterani».

Il tipo di formula legale scelta dai democratici non richiede la firma del presidente e quindi non diventerà legge, ma è in ogni caso condannata a morire al Senato che ha chiuso i ranghi intorno a Trump e alla sua decisione di assassinare il generale iraniano Qasem Soleimani.

Il senatore democratico Tim Kaine ha comunque presentato una proposta parallela alla Camera alta per richiedete il ritiro di alcune truppe in 30 giorni. Richiamandosi alle autorizzazioni straordinarie rilasciate dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre, Trump non ha mai consultato il Congresso prima di lanciare l’attacco agli iraniani, giustificato inizialmente dall’esistenza di una minaccia «imminente», mai provata.

La Casa bianca ha poi informato l’Assemblea con un rapporto riservato che non ha mai visto la luce. Le spiegazioni successive non hanno soddisfatto i democratici e anche alcuni repubblicani.

I senatori del Gop Mike Lee e Rand Paul, libertari conservatori, si sono detti totalmente insoddisfatti delle spiegazioni offerte dal segretario di Stato Mike Pompeo e della Difesa Mark Esper e, dopo averle ascoltate, hanno deciso che voteranno per la risoluzione di Kaine. Ma i loro voti non saranno sufficienti a far passare la risoluzione al Senato dove l’appoggio a Trump è solidissimo.

Tutta la vicenda resta per la sua base una vittoria di Trump che ne esce come colui che ha ucciso un nemico e senza nessuna perdita Usa, rimettendo le cose a posto. Ai democratici non restava che difendere davanti agli elettori il potere del Congresso, sempre più sotto attacco della presidenza.

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento