Come supposto, auspicato nelle rimuginazioni intorno alla Mostra, nei bilanci preventivi circa la qualità delle forme cinematografiche piuttosto che delle narrazioni presenti in questa edizione d’emergenza, Spaccapietre dei fratelli De Serio (presentato alle Giornate degli autori e in sala da qualche giorno) si conferma come una delle cose più interessanti e intense in circolazione, proprio dal punto di vista della scrittura, della sedimentazione, stratificazione di segni costituenti l’immagine, il suo incedere, il suo spegnersi in un canto dolente. LO STESSO, magnifico, privo del timore di tenere aperti gli occhi, di restare sulle cose e gli uomini, nel fondo del bus,...