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Il tribunale di Taranto blocca la serie sull’omicidio di Avetrana

Il tribunale di Taranto blocca la serie sull’omicidio di Avetrana

Il caso La messa in onda era prevista per domani su Disney +

Pubblicato 12 giorni faEdizione del 24 ottobre 2024

Il tribunale di Taranto, con un provvedimento d’urgenza, ha bloccato la messa in onda prevista per domani su Disney + di «Avetrana – Qui non è Hollywood», la serie in quattro puntate di Pippo Mezzapesa che ripercorre l’omicidio di Sarah Scazzi avvenuto nel 2010. Lo stop è arrivato in virtù di un ricorso presentato dal sindaco del paese pugliese, che ha invocato la presunta «portata diffamatoria» dello sceneggiato perché rappresenterebbe la comunità di Avetrana come «ignorante, retrograda, omertosa, eventualmente dedita alla commissione di crimini efferati». L’udienza di comparizione delle parti, quando cioè si discuterà del merito della vicenda, è stata fissata al 5 novembre, e lì se ne saprà di più sull’eventuale futura uscita della fiction sull’ultimo vero italian tabloid, un caso che per anni ha tenuto in ostaggio l’opinione pubblica televisiva, tra indagini lunghissime, intrusioni mediatiche di vario genere, libri, podcast, documentari e una sentenza che ha sì riconosciuto i colpevoli (la cugina e la zia della vittima, Sabrina Misseri e Cosima Serrano, con lo zio Michele Misseri responsabile di concorso in soppressione di cadavere e già libero da tempo), ma che non hai davvero fatto chiarezza sulla dinamica del delitto. Nel tempo, poi, Avetrana è divenuta famosa più per la storiaccia di Sarah Scazzi che per il fatto di essere stata riconosciuta «città d’arte» dalla regione Puglia, come il sindaco sottolinea nelle sue furenti note. Resta quantomeno opinabile la sua attribuzione della responsabilità di tutto questo a una serie di Disney + sin qui vista solo da un pugno di addetti ai lavori alla Festa del Cinema di Roma (le recensioni sono contrastanti). Vista la lunghissima esposizione mediatica della vicenda, se c’è qualcuno che ha sciupato il nome di Avetrana, più che ai registi bisognerebbe pensare ai cronisti.

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