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Un altro freno alla Corte dei Conti: l’aiutino a Fitto per il Pnrr in affanno

Roma, Corte dei contiRoma, Corte dei conti – Angelo Carconi /Ansa

NUOVA PROPOSTA DI FRATELLI D’ITALIA ANTI CONTROLLI Meno vincoli e assicurazione pagata dallo Stato. Critici anche gli uffici: non si può

Pubblicato 2 giorni faEdizione del 26 ottobre 2024

La destra rimane allergica al controllo delle autorità indipendenti dal potere politico. L’osservazione viene strappata di bocca dalla proposta di legge di Fratelli d’Italia che dalla prossima settimana verrà posta in votazione nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera, e che porrà nuovi vincoli alla Corte dei Conti nel controllo sugli atti amministrativi, in particolare su quelli riguardanti il Pnrr, che sta procedendo con gravi ritardi.

La proposta può apparire come un aiuto al ministro Raffaele Fitto, che aveva il compito di far marciare la messa a terra del Pnrr, e che ora andrà in Europa a controllare proprio l’attuazione del Pnrr nei Paesi Ue.

Innanzi tutto la proposta di legge limita per tutti gli atti amministrativi l’incolpabilità per danno erariale, alle sole situazioni di dolo, escludendo la colpa grave.

L’attuale legge esclude «la gravità della colpa quando il fatto dannoso tragga origine dall’emanazione di un atto vistato e registrato in sede di controllo preventivo di legittimità, limitatamente ai profili presi in considerazione nell’esercizio del controllo».

Ebbene la proposta cassa l’ultima frase, sicché il semplice controllo di legittimità di uno dei profili, sana l’intero atto, escludendo l’imputazione per colpa grave e il conseguente danno erariale.

Nella relazione di accompagnamento si spiega che questa norme e le altre della proposta servono a far vincere la «firmite» cioè la «paura della firma» degli amministratori pubblici.

Inoltre, laddove la Corte giunga a condannare per colpa grave (quindi nei casi in cui non c’è stato il controllo preventivo di legittimità), la «riduzione» a carico del condannato, cioè la sanzione per coprire il danno erariale causato all’amministrazione, andrà dai 150 euro a un massimo di due annualità di stipendio.

A chiudere il cerchio la proposta di legge prevede che nella parte accessoria del contratto del dirigente sia inserita una polizza assicurativa che copra i danni al patrimonio dell’amministrazione causati dalla colpa grave. Il dirigente superficiale, non rischierà dunque nulla. Tanto è vero che il dossier dell’ufficio studi della Camera ricorda che questa norma contrasta con il divieto previsto dalle nostre leggi a questo tipo di polizze. Infatti l’amministrazione finirebbe per essere creditrice di se stessa.

Per quanto riguarda poi tutti i bandi del Pnrr, il nuovo testo prevede la possibilità non solo per lo Stato centrale, bensì per tutte le amministrazioni pubbliche (regioni, comuni, ecc), di richiedere il controllo preventivo di legittimità alla Corte dei Conti, così da coprire ogni atto dall’accusa al pubblico ufficiale di danno erariale per colpa grave.

Ma è il secondo articolo a stravolgere la funzione di autorità di controllo propria della Corte dei Conti, attribuendole una nuova competenza consultiva.

Per i bandi del Pnrr tutte le amministrazioni, centrali, regionali o degli enti locali potranno chiedere un parere non solo di legittimità di contabilità pubblica (come già oggi è previsto), bensì anche su «fattispecie concrete» connesse appunto alla realizzazione del Pnrr, del valore superiore al milione di euro. Il parere dovrà essere dato entro un mese, e se entro tale arco di tempo non arriverà si intenderà reso in senso conforme a quanto prospettato dall’amministrazione richiedente, ai fini dell’esclusione della gravità della colpa.

Fitto e il suo successore come ministro al Pnrr vengono accontentati anche dal terzo articolo della proposta di legge. Il pubblico ufficiale responsabile dell’attuazione di procedimenti per i quali si verifichi un ritardo superiore al 10% rispetto al tempo stabilito per la conclusione del procedimento, è soggetto alla sanzione pecuniaria, sulla base della gravità della colpa, da 150 euro fino a due annualità del trattamento economico complessivo annuo lordo. E qui non c’è polizza assicurativa per lui. Insomma «adelante Pedro», anche senza giudizio.

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