Il supermissile di Putin ricompatta l’Occidente
Al Pentagono minimizzano: tutto sotto controllo. Trump, preoccupato, chiama Merkel. Il leader russo agli Usa: «Riarmo? Avete cominciato voi. Noi impariamo dai nostri errori»
Al Pentagono minimizzano: tutto sotto controllo. Trump, preoccupato, chiama Merkel. Il leader russo agli Usa: «Riarmo? Avete cominciato voi. Noi impariamo dai nostri errori»
Non si erano ancora spenti i riflettori sulla «Sala del Maneggio» di Mosca dove Putin aveva tenuto il suo discorso sullo stato della Federazione, che un fuoco di fila di dichiarazioni di parte occidentale condannavano come «militarista» e «avventurista» il discorso del presidente russo.
Giovedì Putin, oltre a presentare un dettagliato programma per il rilancio dell’economia e della società russa nei prossimi anni, aveva illustrato con orgoglio 6 nuovi tipi di arma realizzati dagli ingegneri russi tra cui il “supermissile” nucleare particolarmente efficace perché avrebbe una gittata illimitata e una traiettoria di volo imprevedibile, e per questo subito soprannominato dalle fervide fantasie dei giornalisti Usa «Satan».
LA PRIMA REPLICA al presidente russo è venuta dal Pentagono per bocca di Dana White: «Non siamo sorpresi dalle dichiarazioni di Putin, il popolo americano può stare tranquillo: siamo completamente pronti», ha affermato la funzionaria del Dipartimento della difesa. White ha aggiunto che il Pentagono non apporterà modifiche alla sua strategia nucleare in seguito alle ultime “rivelazioni” di Putin. «Queste armi sono state sviluppate molto tempo fa, e tutto ciò è già stato preso in considerazione», ha sostenuto White.
La nuova dottrina Usa per la difesa era stata presentata alla stampa il 2 febbraio scorso dal capo del Pentagono James Mattis. Quest’ultimo è poi intervenuto in serata per confermare che «gli Stati Uniti non sono sorpresi e sono pronti a reagire nel modo più giusto. Il Ministero della Difesa è fiducioso che saremo in grado di respingere qualsiasi attacco, sia che venga effettuato con l’aiuto di armi ipersoniche sia da un missile da crociera» ha concluso Mattis.
PUTIN HA REPLICATO A MATTIS poche ore dopo in una intervista concessa a Megyn Kelly del canale televisivo americano Nbc. Secondo lo «Zar del Cremlino» le nuove armi sono la risposta di Mosca al ritiro degli Stati uniti nel 2002 dal Trattato anti-balistico sottoscritto dai due Paesi nel 1972. «Se vogliamo parlare di una corsa agli armamenti, questa è iniziata proprio allora», con quell’annuncio di Bush, ha ricordato Putin.
Il capo del Cremlino ha anche sostenuto che la «Russia eviterà di farsi coinvolgere in una nuova costosa corsa al riarmo» come successe nel periodo brezneviano. «Abbiamo imparato dai nostri errori – ha sostenuto Putin – e costruiremo armi efficaci più economiche dal punto di vista dei costi».
TUTTAVIA GLI ANNUNCI di Putin hanno finito per rilanciare – volontariamente o involontariamente – un nuovo clima da union sacrée anti-russa nelle cancellerie occidentali che sembrava negli ultimi mesi archiviato. Il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert ha rivelato che ieri si è tenuto in colloquio telefonico tra Angela Merkel e il presidente degli Stati uniti Donald Trump in cui avrebbero affrontato le ricadute politiche del discorso di Putin.
Al termine del colloquio i due hanno stilato una nota congiunta in cui si afferma che «il cancelliere tedesco e il presidente degli Stati uniti si dichiarano preoccupati per le affermazioni del presidente russo Vladimir Putin circa gli sviluppi della ricerca russa su nuovi sistemi d’arma che avranno un impatto negativo sugli sforzi della comunità internazionale nel campo del controllo degli armamenti».
LA RITROVATA SINTONIA tra Washington e Berlino potrebbe indebolire la trama diplomatica che la Russia voleva costruire dopo che Donald Trump aveva confermato l’intenzione di introdurre dazi sull’importazione di acciaio e alluminio. Una misura accolta con preoccupazione – per usare un eufemismo – dai governi europei e anche da alleati tradizionali degli Stati unito come la Corea del Sud.
Ma ora un «asse antiprotezionista» che coinvolga anche la Russia diventa molto più difficile e incerto.
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