Il Senegal si infiamma per Sonko: scontri ovunque
Africa Il leader dell'opposizione ai domiciliari. Solo giovedì nove uccisi e 800 fermi, il governo blocca internet e la tv. Amnesty protesta
Africa Il leader dell'opposizione ai domiciliari. Solo giovedì nove uccisi e 800 fermi, il governo blocca internet e la tv. Amnesty protesta
Pneumatici bruciati, centri commerciali e commissariati saccheggiati, barricate in numerose strade e colonne di fumo. È l’immagine di Dakar e di numerose città del Senegal dopo la conferma della condanna a due anni di carcere per «corruzione giovanile» di Ousmane Sonko, leader del Pastef (Patrioti del Senegal) e principale antagonista dell’attuale presidente senegalese Macky Sall alle presidenziali del 2024.
Originario della Casamance, Ousmane Sonko è entrato in politica nel 2014 creando Pastef e si è posizionato terzo alle presidenziali del 2019. Ma la sua popolarità è cresciuta negli ultimi due anni per la feroce lotta contro il sistema corruttivo utilizzato da Macky Sall e per i temi affrontati che gli sono valsi l’etichetta di «antisistema» e le simpatie dei giovani senegalesi. Dopo essersi candidato alle presidenziali, Sonko è diventato il protagonista di una serie di accuse politico-giudiziarie (stupro e diffamazione) che hanno infiammato il paese con scontri e manifestazioni – 25 morti e centinaia di arresti dal 2021 – con due differenti condanne che, se confermate, lo escluderebbero dalla corsa alle elezioni.
La sentenza di giovedì è stata considerata «l’ultimo capitolo di una farsa», con la richiesta del Pastef di «uscire a protestare e alla disobbedienza civile». I primi scontri si sono registrati nella città di Ziguinchor nello stato del Casamance per poi diffondersi in tutto il paese a Mbour e Kaolack (ovest), Saint-Louis (nord) e in numerosi quartieri della capitale (Keur Mbaye Fall, Mbao, Keur Massar, Pikine), dove la Cheikh Anta Diop University (Ucad) è diventata il principale teatro di scontro tra le pietre dei manifestanti e i lacrimogeni delle forze di sicurezza senegalesi (Fds).
Nella tarda serata di giovedì il ministro dell’interno, Antoine Diome, ha trasmesso un breve messaggio alla tv nazionale: ha detto di «aver preso tutte le misure necessarie per ristabilire la calma», come «l’interruzione dei segnali televisivi (Walf Tv), l’accesso ad internet e ai principali social network per non permettere la diffusione di messaggi sovversivi e il possibile utilizzo dei militari», con un bilancio provvisorio di «9 morti e 800 arresti nella sola giornata di giovedì».
Scontri che sono continuati per tutta la giornata di ieri – anche mentre andiamo in stampa – con migliaia di giovani che hanno affrontato le forze di sicurezza in tutto il paese e con forti condanne di Amnesty International nei confronti del governo, visto che in numerosi filmati trasmessi in rete, le Fds e i militari hanno utilizzato alcuni manifestanti come scudi umani per proteggersi dal lancio di sassi e proiettili.
Quanto a Sonko, non è apparso in pubblico dalla sua ultima dichiarazione video nella notte tra il 29 e il 30 maggio. Secondo le ultime notizie, il leader del Pastef sarebbe agli «arresti domiciliari» nella sua casa – circondata da un imponente numero di agenti – mentre il ministro della giustizia ha indicato che potrebbe essere arrestato «in qualsiasi momento».
Tutte le forze dell’opposizione riunite intorno alla coalizione Yewwi Askan Wi, di cui fa parte Sonko, hanno denunciato invece la «parodia della giustizia come strumento di manipolazione politica», richiedendo le immediate dimissioni di Macky Sall accusato di «alto tradimento». Anche la piattaforma F24 – nata da organizzazioni della società civile contro un terzo mandato di Sall considerato illegale – ha chiesto ai senegalesi di mobilitarsi «per la difesa della democrazia».
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento