Il Pd comparirà come parte lesa nel processo al sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, accusato di rivelazione di segreto d’ufficio nell’ambito della vicenda di Alfredo Cospito, l’anarchico detenuto nel carcere di Sassari al 41bis che ai tempi dei fatti contestati aveva intrapreso un lungo e debilitante sciopero della fame e che per questo era stato visitato dai parlamentari dem Debora Serracchiani, responsabile giustizia del partito, Walter Verini, Silvio Lai e dall’ex Guardasigilli Andrea Orlando. Gli stessi parlamentari che, come ha stabilito ieri l’ottava sezione penale di Roma, sono stati ammessi come parti civili nel processo, in quanto vennero accusati di collusione con Cospito dal deputato di Fdi Giovanni Donzelli durante l’intervento in Aula del 31 gennaio 2023 che è alla base del processo. Quel giorno, infatti, il vicepresidente del Copasir rivelò il contenuto dei dialoghi tra l’anarchico e alcuni boss mafiosi, intercettati durante l’ora d’aria, che gli erano stati forniti brevi manu dal suo coinquilino Delmastro.

Il sottosegretario alla Giustizia in quota Fd’I ha sempre negato di sapere che quei documenti fossero coperti da segreto. Lo ribadì anche davanti agli inquirenti a Piazzale Clodio il 17 febbraio del 2023, affermando che non c’era stata «nessuna rivelazione» in quanto «l’atto non era secretato». Ma il Gup di Roma, visto che era stato lo stesso Delmastro a chiedere al Dap di visionare il contenuto di quelle intercettazioni predisposte per combattere le mafie, il 29 novembre del 2023 ha respinto la richiesta di archiviazione reiterata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo.

Il ministero della Giustizia, che nel febbraio 2023 arrivò a chiedere una commissione d’inchiesta sul dossieraggio per difendere il sottosegretario Delmastro, non si è invece costituito parte civile. Però il ministro Carlo Nordio sarà ascoltato come testimone, chiamato dai parlamentari dem insieme a Donzelli. Mentre tra i testimoni della difesa che ieri sono stati ammessi al processo c’è il capo del Dap Giovanni Russo. Prossima udienza il 12 giugno.

«Essere ammessi come parti civili è importante perché ci consentirà di stare nel processo e di audire i testimoni, tra cui il ministro Nordio – afferma Debora Serracchiani – Ma è un fatto importante anche dal punto di vista politico perché ci consente di difendere la prerogativa dei parlamentari di ispezionare le carceri che oggi sono una vera e propria emergenza nazionale. Questa prerogativa è stata messa in discussione, è stata lesa, e noi anche con questo gesto vogliamo difenderla.