Europa

Il papa a Marsiglia, «non rassegniamoci di fronte alle atrocità»

Papa Francesco al memoriale dedicato ai migranti morti in marePapa Francesco al memoriale dedicato ai migranti morti in mare, foto Ap

Francia Il viaggio apostolico di Francesco nel quadro degli Incontri Mediterranei per discutere di povertà, clima, conflitti

Pubblicato circa un anno faEdizione del 23 settembre 2023

Papa Francesco è atterrato nel primo pomeriggio di ieri all’aeroporto di Marignane, dove ad aspettarlo c’era la premier Elisabeth Borne. A dare un tocco di colore alle formalità protocollari ci ha pensato un gruppo di bambini vestiti con abiti tradizionali della Provenza, che hanno offerto al pontefice doni di benvenuto. La città più antica della Francia, fondata nel 600 a.C. dai Greci di Focea, attendeva la visita di un papa dal 1533, epoca in cui ad occupare il soglio di Pietro era Clemente VII: l’occasione fu allora più mondana che spirituale, visto che si trattava del matrimonio della nipote del sovrano, Caterina de’ Medici, con il figlio del Re.
Il viaggio apostolico di Francesco si svolge invece nel quadro degli Incontri Mediterranei, che hanno riunito a Marsiglia settanta vescovi provenienti dalle due rive del mare nostrum e centinaia di giovani per discutere di povertà, conflitti, pluralità religiosa e questioni ecologiche ma soprattutto per trovare risposte concrete alla situazione dei migranti. Il vento soffia forte sulla collina di Notre-Dame de la Garde quando il Santo Padre raggiunge con la Fiat Cinquecento bianca il piazzale dell’omonima basilica che domina la città e alla quale tutta la città leva lo sguardo con devozione o benevolenza.

LA PRIMA TAPPA del pellegrinaggio il papa la dedica a una preghiera mariana nel santuario che da fine Ottocento fu luogo di passaggio per chiunque volesse propiziarsi la navigazione. A testimoniarlo i numerosi ex-voto in forma di imbarcazioni che pendono dalla volta della chiesa in stile neobizantino. Da qui sono transitati pellegrini illustri come Charles de Foucauld, Teresa di Lisieux, Karol Wojtyla e Jacques Loew, il primo prete operaio a lavorare come docker al porto di Marsiglia. Quassù si recano oggi i marsigliesi di ogni confessione religiosa per affidarsi alla Bonne Mère nelle circostanze più diverse, compresa la veglia delle partite di calcio dell’«ecumenica» Olympique Marsiglia. A ricordare questi aneddoti è Jean-Marc Aveline, cardinale e vescovo di Marsiglia, il quale accoglie il papa con un discorso pronunciato inframezzando affettuosamente l’italiano al francese.

L’ATMOSFERA è amichevole e Francesco si rivolge ai presenti con parole che si discostano dalla solennità del rituale per toccare corde più terrene. Nel descrivere Marsiglia come un crocevia di popoli, il pontefice insiste sul tema dell’accoglienza per chi è ferito dalla vita e si sofferma sull’importanza della compassione e della tenerezza: «Sapete quand’è che è lecito guardare una persona dall’alto in basso? Solo quando le si tende una mano per sollevarla; gli altri momenti sono un peccato di superbia», afferma prima di recitare la preghiera alla Vergine. All’approssimarsi della sera, il papa lascia la basilica per recarsi nel piazzale inferiore del santuario, dove è collocata la stele in ricordo dei marinai e dei migranti che hanno perso la vita in mare.

AD ATTORNIARE Francesco davanti alla grande croce «guardiana» della Camargue che, attraverso i simboli della croce latina, dell’ancora e del cuore, rappresenta le virtù teologali della fede, della speranza e della carità, sono il sindaco di Marsiglia Benoît Payan con il suo predecessore Jean-Claude Gaudin e i rappresentati religiosi di tutti i culti praticati a Marsiglia. È di nuovo Aveline a introdurre questo «secondo tempo». Il cardinale immagina il Mediterraneo come un sudario che, con le onde, avvolge i naufraghi. Scrutando l’orizzonte che dalla collina si apre verso il mare, esalta la bellezza di quest’ultimo, definendolo però un crudele cimitero.

NON USA MEZZI TERMINI l’arcivescovo e nomina uno per uno i responsabili delle tragedie in mare: scafisti e istituzioni politiche che impedendo alle Ong di effettuare i salvataggi commettono crimini contro l’umanità. «Le persone che rischiano di annegare devono essere soccorse», ribadirà poco dopo il Santo Padre, aggiungendo che «Non possiamo rassegnarci a vedere esseri umani trattati come merce e in modo atroce, non possiamo più assistere alla tragedia della tortura». In conclusione, il pontefice cita anche David Sassoli, invitando a costruire ponti e a dare vita a un nuovo umanesimo. «Basta con l’avere paura dei problemi del Mediterraneo. Ne va della nostra sopravvivenza e di quella dell’Unione Europa».

La luce del tramonto avvolge ormai Marsiglia mentre Francesco condanna «i gesti di odio contro i fratelli travestiti da equilibri». Due giovani africani depongono una corona di fiori in ricordo di coloro che sono stati inghiottiti dai flutti. Alla fine della cerimonia, un’altra coppia di africani in abiti Wax si inginocchia spalle al pontefice per fare…un selfie. Una condotta forse inaspettata che però spezza un’atmosfera carica di dolore per restituire un po’ di gioia e di speranza. D’altra parte, il papa è anche «pop».

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