Il nuovo ambasciatore di Bibi a Washington è un kahanista
I volti dell'alleanza tra Usa e Israele Primo incarico diplomatico per Yechiel Leiter. Nato in Pennsylvania e arrivato in Cisgiordania da colono, ora si batte per l’annessione
I volti dell'alleanza tra Usa e Israele Primo incarico diplomatico per Yechiel Leiter. Nato in Pennsylvania e arrivato in Cisgiordania da colono, ora si batte per l’annessione
La nomina di Yechiel Leiter a nuovo ambasciatore di Israele negli Usa due giorni dopo l’elezione di Donald Trump potrebbe anche essere stata decisa mesi fa, ma il tempismo appare quanto mai preoccupante. Il fatto è che la biografia di Leiter sembra scritta a posta per avvalorare i timori di quanti credono che con l’insediamento del tycoon alla Casa bianca verranno seppellite le rivendicazioni palestinesi, sia a Gaza sia in Cisgiordania.
IL NEOAMBASCIATORE ha una storia politica molto lunga e articolata, che in molti punti dovrebbe confliggere con una carica istituzionale e, nello specifico, con un ruolo così importante a Washington. Ma per un primo ministro che è in guerra permanente da oltre un anno e promette rappresaglie a destra e a manca, nominare una figura poco cristallina è di sicuro l’ultima delle preoccupazioni. Leiter è nato nel 1959 a Scranton, in Pennsylvania, lo stato che per giorni è stato presentato come fondamentale per le consultazioni elettorali appena concluse negli Usa. A 19 anni si trasferisce in uno degli insediamenti illegali di ebrei in Cisgiordania e successivamente si unisce alla Lega di difesa ebraica, l’organizzazione integralista fondata negli Usa dal rabbino Meir Kahane. In seguito a diversi attentati e azioni violente contro personalità considerate «nemiche del popolo ebraico» l’Fbi ha arrestato diversi membri della Led, dichiarandoli (tra le altre cose) colpevoli di «atti terroristici», fino a designare più volte l’intera organizzazione come «terroristica».
UNO DEI FATTI di sangue più drammatici legati alla storia della Led riguarda il massacro di Hebron del 1994, quando Baruch Goldestein, anch’egli trasferitosi dagli Usa in Cisgiordania dopo i trascorsi nella Led, uccise 30 palestinesi in preghiera nella Grotta dei Patriarchi. In quell’occasione apparve nella sezione «domande frequenti» di uno dei siti internet della Lega: «non abbiamo vergogna di dire che Goldstein fu membro fondatore della Led».
COME RIVELA Haaretz, Leiter conosceva Goldstein e dopo il massacro di Hebron il neo ambasciatore rilasciò un’intervista a un giornale ebraico-statunitense nella quale descriveva Goldstein come «molto vicino al rabbino Kahane, che considerava il suo rabbino». Nello stesso articolo Leiter riconosce anche di aver frequentato Goldstein per un decennio, «durante il quale entrambi hanno vissuto in insediamenti nella zona di Hebron». In ogni caso l’attivismo politico di Leiter era iniziato già dall’anno precedente, con una campagna pubblica contro gli Accordi di Oslo. Leiter ha sempre negato la legittimità delle rivendicazioni palestinesi, arrivando a sostenere l’annessione totale della Cisgiordania da parte dello Stato ebraico. Nel 2023, a soli tre mesi dal terribile 7 ottobre, Leiter ha pubblicato un articolo sul sito web della destra ebraica Jewish News Syndicate nel quale esortava «il governo israeliano a provocare il crollo e lo smantellamento dell’Autorità palestinese, anche se ciò avrebbe innescato una crisi di sicurezza in Cisgiordania». Inizialmente era un sostenitore della pacificazione con l’Arabia saudita (in linea con gli Accordi di Abramo voluti da Trump nel 2020), ma dall’inizio dell’offensiva contro Gaza ha iniziato a criticare apertamente le rivendicazioni filo-palestinesi di Riyadh. Il figlio di Leiter, Moshe, è morto l’anno scorso a Gaza mentre prestava servizio nell’esercito.
Quello negli Usa è il primo incarico diplomatico di Leiter dopo diversi incarichi nei ministeri e nel gabinetto di Netanyahu.
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