La redazione consiglia:
Colapesce Dimartino, coppia pop fra parole e dissonanzeNel mare magnum della kermesse sanremese, Colapesce e Dimartino sono in gara con Splash. Con nel cuore e nelle orecchie Lucio Battisti ed Enzo Carella, il duo siciliano dipinge un microcosmo urbano, quasi un elogio anti Celentano dell’asfalto dove, addirittura, viene ribaltato il celebre distico di Dino Campana Fabbricare, fabbricare, fabbricare/preferisco il rumore del mare «Non ci avevamo pensato in realtà, ma ce la rivenderemo» ci raccontano fra i sorrisi «Volevamo raccontare un desiderio di evasione, come fece Modugno con Un calcio alla città, e siamo partiti da “Ma io lavoro per non stare con te”. Una frase semplice ma al tempo stesso violenta e da lì abbiamo costruito la canzone. Entrambi abitiamo a Milano e la sensazione è di vivere in una città dove la distesa di cemento è piena di aspettative che s’incrociano». Come per la precedente hit Musica leggerissima, anche Splash è una canzone pensata e «lavorata» a lungo «Ci confrontiamo tantissimo attraverso la scrittura, per noi è quasi un tormento ma non inteso come Sturm und Drang ma come ossessione. Pesiamo tantissimo le parole che scegliamo, il tipo di arrangiamento, ci intessa molto la psicoacustica e come certi suoni e parole arrivino in maniera diversa rispetto ad altri».

E PROSEGUONO: «Per noi ragionare sulla musica però non significa farci solo pippe mentali ma anche mettere in discussione tante cose di noi stessi. Passiamo ore a riflettere, a confrontarci sulle rispettive visioni e tutto questo confluisce poi nelle nostre canzoni. La musica è un atto istintivo sì ma per noi è anche ragionamento. Splash ha diversi livelli di lettura, a partire dal titolo: un suono onomatopeico che è sì divertente ma che può sottintendere anche qualcosa di tragico».«Ci confrontiamo tantissimo attraverso la scrittura, per noi è quasi un tormento ma non inteso come Sturm und Drang ma come ossessione».

IL BRANO sarà presente anche nei titoli di coda del loro film d’esordio, come attori e sceneggiatori, ovvero il road movie La primavera della mia vita, che uscirà nelle sale dal 20 al 22 febbraio «Ci sono elementi del film nella canzone e alcune cellule melodiche sono disseminate nel corso della pellicola. Volevamo raccontare una Sicilia inedita, più favolistica e meno vittima del cliché. Amiamo il cinema, da Wenders a Kaurismaki e insieme al regista Zavvo Nicolosi abbiamo lavorato a stretto contatto. Non volevamo una semplice commedia ma anche suscitare interrogativi, come facciamo anche nelle nostre canzoni».