Il New Jersey legalizza la marijuana
Fuoriluogo La rubrica settimanale a cura di Fuoriluogo
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Che la cannabis faccia bene alla politica s’è visto qualche giorno fa in New Jersey dove, col sostegno unanime dei gruppi che promuovono la legalizzazione della pianta diabolica, il democratico Phil Murphy è stato eletto Governatore con il 55,6%. Per gli analisti quei voti sono stati fondamentali per la vittoria.
Secondo uno studio del gruppo New Jersey for Marijuana Reform, il giro d’affari annuo legato alla cannabis in quello stato è di circa 1,5 milioni di dollari.
Il sito Priceofweed.com, che raccoglie informazioni a livello nazionale, segnala che la marijuana illegale di altissima qualità reperibile oggi in New Jersey costa $12,3 al grammo mentre quella di qualità media $10,5. In Colorado, dove nel 2014 la cannabis è stata legalizzata con un sistema di commercializzazione piuttosto liberale, il prezzo scende a $8,50 per grammo per quella di alta qualità. Le offerte speciali e quelle per soci di club di consumatori abbassano il prezzo fino a 30 centesimi!
Quello dei modelli di regolamentazione della cannabis legale sta diventando un tema di dibattito pubblico molto acceso tra esperti e legislatori un po’ in tutti gli Stati uniti. Da un anno Massachusetts e Maine stanno provando a tradurre in norme il risultato del referendum che nel 2016 ha legalizzato la cannabis.
Se la coltivazione domestica, il possesso personale e la condivisione senza fini di lucro hanno iniziato a dare i risultati sperati, la produzione per fini commerciali e la vendita al dettaglio hanno invece incontrato gravi ritardi per via delle regole amministrative troppo rigide.
Fortunatamente si tratta di norme che possono essere corrette in corso d’opera e in tutto il paese c’è grande aspettativa sul sistema che verrà adottate in California, ma complessivamente i risultati ottenuti sono sostanzialmente in linea con le aspettative.
Una legge per legalizzare la cannabis era stata presentata nel Senato del New Jersey già lo scorso giugno da Nicholas Scutari ma il Governatore repubblicano Chris Christie l’aveva bloccata.
Dalla settimana scorsa i Democratici hanno di nuovo la maggioranza nell’assemblea legislativa dello stato, quindi il piano del nuovo Governatore Murphy potrebbe divenire legge già ad aprile 2018. Come in tutti gli altri stati Usa che hanno legalizzato, i beneficiari della riforma sarebbero i cittadini oltre i 21 anni di età.
Purtroppo a controbilanciare questi sviluppi positivi sta il fatto che il governatore uscente Christie è tra i cinque nomi che il presidente Donald Trump sta prendendo in considerazione per rimpiazzare l’ex capo dell’Office of National Drug Control Policy Tom Marino, dimessosi un mese fa per potenziali conflitti d’interessi.
Un recente sondaggio Gallup ha registrato che il 64% degli americani sostiene la legalizzazione della cannabis, mentre il Marijuana Business Daily stima che si siano creati tra i 100.000 e 150.000 posti di lavoro che potrebbero salire a 300.000 entro il 2020, e questo malgrado che solo il 21% della popolazione viva in zone che hanno legalizzato.
L’argomento utilizzato in Europa della legalizzazione come arma contro la criminalità organizzata non è centrale nel dibattito statunitense sulla regolamentazione. Lo sono molto di più le implicazioni economiche dell’emersione del giro d’affari clandestino, il suo indotto nonché la tassazione dei prodotti.
Non sfugge che legalizzare la marijuana a una fermata di metro dal World Trade Center sia un incentivo maggiore che adoperarsi per sottrarre un miliardo e mezzo alla Mafia cinese, italiana o russa.
La sola Manhattan ha infatti più abitanti di tutto il New Jersey.
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