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Il mito dei «wagneriani», tra origini misteriose e fondi valutari

Il mito dei «wagneriani», tra origini misteriose e fondi valutari

Mercenari Gruppo privato di mercenari, specialisti nella difesa degli interessi di Mosca

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 4 agosto 2018

Il «gruppo Wagner» è una compagnia militare russa privata non ufficiale. Si occupa della selezione, dell’addestramento e dell’organizzazione di squadre di foreign fighers, contractors e agenti d’intelligence operanti in situazioni di crisi.

I «WAGNERIANI» vennero alla ribalta per la prima volta nel 2013 quando il sito russo Fontanka.ru sostenne che la società Moran Security Group con sede a Hong Kong di proprietà dei sanpietroburghesi Vadim Gusev e Evgeny Sidirov e già specializzata nella protezione delle navi mercantili dagli attacchi dei pirati, ottenne dei contratti a tempo determinato per 267 dipendenti per «la protezione dei depositi e oleodotti» in Siria. Il contingente si denominò «Corpo Slavo». Tuttavia questi contractors vennero coinvolti direttamente nei combattimenti, schierandosi a fianco delle truppe di Assad.

Uno di questi mercenari Dmitry Utkin già ufficiale dell’esercito russo di stanza a Peskov – secondo l’inchiesta di Fontana.ru – una volta rientrato in Russia diede vita propriamente al «Gruppo Wagner» operante oltre che in Siria anche al fianco delle truppe delle repubbliche ribelli del Donbass. Secondo The Times il riferimento a Wagner sarebbe stato scelto proprio da Utkin, da sempre cultore del Terzo Reich e dei suoi riferimenti «culturali». Nel 2016 al Cremlino Utkin è stato premiato da Vladimir Putin con l’«Ordine al Coraggio» durante la «Giornata degli Eroi della Patria» e dell’iniziativa esiste anche documentazione fotografica. Tuttavia secondo il giornale conservatore turco Yeni Safak Utkin sarebbe solo un prestanome. Una tesi sostenuta anche dalla Tv russa in streaming Rbk secondo la quale «“la supervisione privata del gruppo Wagner è svolta dalla direzione generale dello Stato maggiore delle forze armate della Federazione russa». Bbc Russia sostiene che il «Gruppo Wagner» avrebbe un fondo valutario per le proprie attività che «oscillerebbe tra gli 100 e i 150 milioni di dollari». I costi annuali comprendono salari, armi e attrezzature varie, alloggio, pasti e indennizzi per le famiglie dei caduti.

THE BELL RITIENE che dietro Utkin si muoverebbe lo «chef di Putin», Evgeny Prigogin, un ristoratore di San Pietroburgo il quale dalle aragoste sarebbe passato all’immobiliare e ora a business ancora più remunerativi come la protezione militare degli investimenti russi in tutto il mondo. L’esistenza dei «wagneriani» è comunque stata accertata nel febbraio 2018 quando è stata diffusa la notizia della morte di 15 cittadini russi attivi nel «gruppo Wagner» a seguito dell’esplosione di un deposito di munizioni in Siria a Tabia Jazira.

LA MORTE DEI 15 RUSSI, smentita in un primo momento del ministero degli esteri russo è stata poi confermata dallo scrittore nazionalbolscevico Eduard Limonov il quale ha affermato che «uno dei caduti è un nostro militante attivo in Siria a fianco del governo di Assad». La presenza dei «wagneriani» sembra ora dimostrata anche in Sudan e nella Repubblica Centroafricana.

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