«Sul caso dell’anarchico Alfredo Cospito – ha detto il viceministro di Giustizia Francesco Paolo Sisto – la magistratura di sorveglianza saprà se e come intervenire. Ma attenzione a non scambiare una situazione giudiziaria, anche se drammatica, con un problema politico. Significherebbe trasferire su un quadrante improprio i problemi che invece vanno risolti dalla magistratura. Se ci sono i presupposti per intervenire sarà necessario farlo».

Il viceministro risponde così indirettamente all’istanza di revoca del regime di detenzione speciale presentata al ministro Nordio dall’avvocato Flavio Rossi Albertini, legale dell’anarchico detenuto a Sassari al 41bis e in sciopero della fame dal 20 ottobre. «Ha perso quaranta chili, passando da 118 a 78 kg – ha riferito ieri l’avvocato dopo averlo visitato nel carcere Bancali dove l’uomo è rinchiuso – ma è pronto a sacrificare la vita, perché quella al 41 bis, dice, non è vita e se tale deve essere tanto vale sacrificarla in una lotta contro la barbarie».

«Il regime del 41bis evoca le finalità perseguite nell’ancien regime con i metodi inquisitori contro cui si scagliarono i filosofi del diritto nel ’700 – afferma Rossi Albertini – Se ciò è vero nessun essere umano dovrebbe esservi sottoposto, che si chiami Cospito o Messina Denaro».