Il grande protettore degli agenti che «ci» proteggono
Stati uniti Ordine e legalità, tormentone presidenziale. Trump elogia anche la Guardia nazionale per come ha rimosso i manifestanti, «come un coltello che taglia il burro»
Stati uniti Ordine e legalità, tormentone presidenziale. Trump elogia anche la Guardia nazionale per come ha rimosso i manifestanti, «come un coltello che taglia il burro»
Durante una tavola rotonda a Dallas seguita da un’intervista a Fox News, Donald Trump ha affrontato il tema della riforma e delle violenze della polizia, sostanzialmente difendendo l’operato delle forze dell’ordine e ripetendo che gli agenti che hanno usato una forza eccessiva sono casi di «mele marce».
I TERMINI PIÙ RICORRENTI sono stati quelli di «ordine e legalità», The Donald ha affermato che l’ordine «incoraggerà i dipartimenti di polizia a livello nazionale a soddisfare gli standard professionali più moderni per l’uso della forza, comprese le tattiche per la riduzione del conflitto». Quando gli è stato chiesto di dettagliare il termine «standard» Trump ha risposto che «significa forza, ma con compassione» e ha aggiunto: «Dobbiamo rispettare e prenderci cura della nostra polizia, ci stanno proteggendo. E se sono autorizzati a fare il loro lavoro fanno un ottimo lavoro. Se devi fare un lavoro in cui qualcuno è davvero cattivo, lo dovrai fare con forza reale e potere reale».
La passione per il potere reale Trump l’ha espressa anche parlando degli avvenimenti di Minneapolis, elogiando l’uso di gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti, definendo l’evento una «bella scena» dove la Guardia Nazionale ha risolto il problema delle proteste con facilità, «come un coltello che taglia il burro».
«Non lo dimenticherò mai – ha detto Trump – hanno camminato dritto. E sì, c’erano dei gas lacrimogeni e probabilmente altre cose. La folla si è dispersa. Alla fine di quella sera tutto andava bene». Il procuratore generale e suo amico fidato, William Barr ha aggiunto che «ormai le proteste sono ingiustificate e in malafede visti i progressi fatti negli ultimi 50 in termini di diritti civili degli afroamericani».
CHE NON DEBBA ESSERE un bianco a stabilire se gli afroamericani godono o meno dei diritti civili essenziali, non ha sfiorato l’orizzonte cognitivo di Barr come quello di Trump che era andato a Dallas per una tavola rotonda sulla riforma della polizia e le discriminazioni razziali a oltre due settimane dalla morte di George Floyd ma non lo ha nominato mai, limitandosi a suggerire che il lavoro per affrontare discriminazioni e pregiudizi «procederà rapidamente e facilmente», ma che «non faremo progressi e non guariremo le ferite etichettando falsamente decine di milioni di americani decenti come razzisti».
L’evento di Trump si è tenuto in una chiesa conservatrice, evangelica e prevalentemente bianca, alcuni afroamericani erano stati invitati, ma non gli attivisti dei diritti civili, e mancavano anche i tre dirigenti più alti in grado delle forze dell’ordine locale, tutti afroamericani.
DOPO L’EVENTO, Trump è tornato sul tema della riforma della polizia in termini più diretti. «I Democratici di Sinistra Radicale per prima cosa cercano di toglierti le pistole. Quindi cercano di portare via la tua polizia!» ha twittato, e su Fox News ha proseguito: «La gente vede l’uccisione vergognosa di Floyd e inizia a dire che tutti i poliziotti sono così, ma non lo sanno».
Le azioni più concrete di Trump anche in questo caso sembrano mirate alla sua base politica e non alla nazione multirazziale che governa.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento