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Il gran pasticcio della destra sulla commissione Covid

Il gran pasticcio della destra sulla commissione Covid

Alla Camera La maggioranza va sotto e fa rivotare. Insorgono le opposizioni: «È un colpo di mano»

Pubblicato 9 mesi faEdizione del 18 gennaio 2024

I cinici e i disillusi ripetono spesso che il miglior modo per insabbiare la verità è fare una commissione parlamentare d’inchiesta. Nemmeno loro, però, saprebbero cosa dire quando una commissione fatica a nascere perché persa tra le sabbie mobili del tran tran parlamentare.

Ieri pomeriggio, alla commissione Affari Sociali della Camera si discuteva di un dettaglio sulla prossima ventura indagine parlamentare sul Covid e, a un certo punto, si è arrivati al voto sul dettaglio del mandato al relatore per il definitivo passaggio del ddl all’aula. Undici a undici il risultato e, come sempre in caso di pareggio, la proposta è da considerare respinta. Colpo di scena, però, il voto si ripete e, a quel punto, i favorevoli risultano dodici e i contrari zero perché nel frattempo le opposizioni avevano abbandonato la seduta per protesta.
La questione è tutta in punta di regolamenti: ripetere la conta è una forzatura bella e buona per mascherare un pasticcio (tanti deputati della maggioranza erano assenti al momento del voto) oppure vale la regola della controprova, come in effetti accaduto già altre volte?

«LA DESTRA DEVE saper perdere, troppo facile imporre le proprie posizioni rompendo le regole», commenta Luana Zanella di Avs, che, dopo laprima votazione, aveva annunciato la bocciatura della commissione sulla pandemia.

«Quello che è accaduto ci sembra molto grave – aggiunge Paolo Ciani del Pd -, che non sia stato registrato il voto espresso ci appare molto grave. In nome della correttezza, della lealtà, del rispetto del regolamento e dell’istituzione in cui ci troviamo, quello che è accaduto può rappresentare un vulnus piuttosto grave, la pregherei di ristabilire la correttezza del nostro lavoro».
I deputati del M5s parlando dal canto loro di «gravissimo colpo di mano» della maggioranza. Matteo Richetti ed Elena Bonetti di Azione invocano invece l’intervento del presidente della Camera Lorenzo Fontana: «La ripetizione di un voto con risultato sfavorevole alla maggioranza è un precedente inaccettabile».

La destra, ovviamente, stempera i toni: «C’è la possibilità di fare la controprova, come hanno chiesto loro tante volte di fare dall’opposizione, tra l’altro al momento del primo voto 7-8 persone erano in piedi perché dovevano andare in Aula», sostiene il presidente della commissione, Lorenzo Ciocchetti, di Forza Italia.
Ad ogni modo, l’eventuale respingimento del mandato non avrebbe di per sé bloccato l’intera commissione Covid: semplicemente il testo sarebbe arrivato alla Camera privo di un relatore.
Fatto sta che la maggioranza aveva in principio sbagliato i calcoli, non considerando che il gruppo di Italia Viva e Azione è spaccato sul tema della commissione: i renziani sono a favore, mentre i seguaci di Calenda contro.

LO SCORSO NOVEMBRE il Senato aveva approvato la norma che istituiva questa commissione con alcune modifiche rispetto al testo già arrivato dalla Camera e così il tutto è tornato indietro, in attesa dell’approvazione definitiva da parte di Montecitorio. Numeri alla mano, l’esito appare scontato sin dall’inizio di questa storia: la destra dispone di un’ampia maggioranza e non si registrano dissensi su questa indagine parlamentare. Il problema è casomai di merito: l’obiettivo, assolutamente scoperto e quasi dichiarato, è processare in parlamento il secondo governo Conte per le scelte che ha assunto durante il difficile periodo della pandemia.

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