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Ancona, una lunga serie di iniziative contro il G7 della salute

Ancona, una lunga serie di iniziative contro il G7 della salute

La protesta Incontri, cortei, assemblee: la rete dei movimenti si organizza: «Mettiamo al centro i diritti, che la sanità non sia un privilegio di pochi»

Pubblicato 11 giorni faEdizione del 27 settembre 2024

Comincia la camapagna di mobilitazione contro il G7 sulla Salute che andrà in scena ad Ancona dal 9 all’11 ottobre. Di fronte alla Mole Vanvitelliana gli attivisti hanno spiegato quali saranno i temi della protesta. Il luogo non è stato scelto a caso, è qui infatti che, insieme al teatro delle Muse, si terranno gli appuntamenti più importanti del summit. Michele Binotti, portavoce della campagna «Not On My Body, il profitto uccide la salute» ha ricordato che le iniziative attuate dalle varie sigle e associazioni che si sono unite nascono per «contrapporre in forme e modi diversi la nostra idea di salute, una salute che mette al centro i diritti, che non sia un privilegio di pochi e che metta al centro un’idea di territorio, di città e di diritti sociali e ambientali radicalmente opposta a quella che verrà promulgata in questi tre giorni». Fabrizio Recanatesi per il movimento «Fermiamo il disastro ambientale» di Falconara ha invece spiegato come la crisi sanitaria corra in parallelo con la crisi climatica e con il disastro ambientale, che è in atto non solo in questo territorio: «Disastro ambientale non significa solo contaminazione quasi irreversibile di tutte le matrici ambientali: acqua, aria, suolo, sottosuolo, acqua di falda e acqua marina. Non è solo un reato verso l’ecosistema ma anche verso la pubblica incolumità e la salute di tutte le migliaia di persone che vivono in questo territorio». Una manifestazione è infatti programmata per il 5 ottobre davanti alla raffineria Api. Rossana Montecchiani della rete femminista Marche ha posto l’accento su uno dei temi cruciali della salute, cioè quello del diritto a un aborto sicuro, libero e garantito. Un summit infatti, quello della salute, organizzato in una delle regioni italiane che registra un tasso di obiettori di coscienza tra i più alti in Italia. Su 4 delle 12 strutture che praticano l’Ivg ci sono circa l’80% di ginecologi obiettori e in altre, tocchiamo il 100%. Soltanto 3 strutture, su un totale di 17, hanno una percentuale uguale o inferiore al 50%. «La salute comprende anche la salute riproduttiva delle donne e anche il diritto all’aborto che in questo paese è vietato – ha detto Montecchiani -, come ormai succede in molti in molti paesi d’Europa, soprattutto in questo momento. Alcuni ospedali nelle Marche hanno l’obiezione di struttura vietata dalla stessa legge». Per questo motivo, insieme ad altre sigle, scenderanno in piazza ad Ancona, sabato. Per le Sisters on the block di Fano, Giorgia Sospito ricorda un secondo appuntamento, previsto per il 29 al Grizzly di Fano, una tavola rotonda dal titolo «Abortion saves Life»; per un diritto alla salute che sia universale. La Abaco Marche, società di consumatori, ricorda la questione, ormai endemica, delle liste di attesa. Così è stato organizzato un presidio, giovedì 10 ottobre, al Cras di Viale Colombo. Arianna Buda, a nome della Rete NoG7 – in cui sono confluite insieme tante realtà, da partiti e sindacati agli spazi occupati, e poi Ultima generazione, Friday For Future, solo per citarne alcuni – sottolinea l’importanza di una lotta intersezionale, che porti con sé anche le questioni dell’ambiente e del lavoro. Il tema della salute ha in sé snodi importanti, tra cui quello degli spazi ambulatoriali popolari, la questione di genere, accesso alle cure per le persone transgender e il diritto a vivere spazi accessibili. Dunque, dopo la manifestazione di venerdì 11 ottobre che vedrà una presenza compatta di tutte le realtà aderenti alla campagna contro il G7, l’ultimo appuntamento è per la Smash Repression di sabato 12. Uno spazio che ci si è voluti riprendere proprio quando i rappresentanti delle istituzioni se ne saranno andati. Uno spazio ricco di contenuti espressi in modi diversi, portati lungo un corteo con 7 carri: «Perché sì, siamo molto arrabbiati, ma la rivoluzione porta anche tanta gioia». Dunque, non solo manifestazioni, ma anche convegni e dibatti dove si è tentato di coinvolgere anche gli operatori del settore.

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