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Autonomia, Calderoli accelera «Tavolo con 4 regioni del Nord»

Napoli, manifestazione contro la riforma dell'autonomia differenziataNapoli, manifestazione contro la riforma dell'autonomia differenziata – Ansa

Riforme Il ministro tace sulla truffa dei Lep. Via ai negoziati con Liguria, Veneto, Lombardia e Piemonte. Riunione blindata del «Clep Cassese». Zaia punta alle gabbie salariali per attirare medici

Pubblicato un giorno faEdizione del 26 settembre 2024

Nella giornata in cui gli occhi erano puntati sul Comitato guidato dal professore Sabino Cassese incaricato di definire i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), passo necessario per avviare le intese con le Regioni che chiedono l’Autonomia differenziata, il ministro Roberto Calderoli ha ufficializzato un passo dirompente per l’unità del Paese, vale a dire l’apertura dei negoziati con quattro Regioni (Lombardia, Veneto, Piemonte e Liguria) per devolvere loro una serie di materie o di funzioni che non richiedono la definizione dei Lep. E tra queste ci sono materie in grado di avviare quel federalismo competitivo tra le Regioni italiane, paventato da molti, come la regolamentazione delle professioni.

Come ha spiegato questo giornale l’altro ieri, il Comitato per la definizione dei Lep (Clep) era chiamato ieri a discutere in plenaria una proposta formulata da un gruppo ristretto, che ipotizzava una differenziazione dei Lep e dei relativi fabbisogni standard su base territoriale.

La motivazione sarebbe il diverso costo della vita tra il Nord e il Sud. Il clamore suscitato da questa notizia, ripresa ieri da altri giornali, ha suscitato reazioni tra le opposizioni, con tanto di interrogazioni parlamentari. Ieri mattina il ministro Roberto Calderoli era atteso per una audizione alla Commissione bicamerale sul federalismo fiscale, e vi è giunto scuro in volto.

Ha voluto innanzi tutto derubricare la riunione del Clep a passaggio puramente tecnico: «La definizione dei fabbisogni standard spetta alla politica e non al Clep», ha detto, sostenendo che la decisione vera spetta alla Cabina di Regia, composta da tutti i ministri interessati. Sta di fatto che il segreto in cui si è riunito il Comitato Cassese, con l’invito ai componenti alla massima riservatezza, è eloquente. E sta di fatto che al termine della sua relazione Calderoli si è rifiutato di rispondere alle domande su questo tema postegli dai parlamentari.

Se da una parte Calderoli ha cercato di sopire le polemiche, dall’altra ha dato una notizia dirompente. «Informo la Commissione che, dopo l’entrata in vigore della legge n. 86 (quella sull’autonomia differenziata ndr), quattro Regioni, Liguria, Lombardia, Piemonte e Veneto, hanno presentato richiesta di avvio dei negoziati ed è stato avviato il procedimento previsto dalla legge con riguardo alle materie e ambiti di materie non-Lep». C’è anche una data per questo primo «tavolo» tra Regioni e governo, ravvicinata: il 3 ottobre.

Che significa?

La legge Calderoli, all’articolo 4, prevede che si possano devolvere materie o funzioni che richiedono i Lep solo dopo che questi sono stati stabiliti da appositi decreti legislativi; ma i negoziati su ciò che non richiede i Lep possono essere avviati subito. Era trapelato il fatto che tali negoziati fossero avviati con il Veneto, ma il ministro ha ufficializzato la notizia. Le materie che la legge Calderoli esclude esplicitamente dai Lep sono rapporti internazionali e con l’Unione europea, commercio con l’estero, professioni, protezione civile, previdenza complementare e integrativa, coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale, nonché enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale. A queste materie si aggiungono una serie di funzioni di altre materie che il Comitato Cassese ha indicato come non necessitanti di Lep.

La Lega e in particolare il governatore veneto Luca Zaia, spingono sulla devoluzione anche solo di alcune funzioni come elemento simbolico della conquistata Autonomia da Roma e dal centro-sud.

Ma al netto dell’elemento simbolico c’è anche tanta sostanza nelle materie non Lep su cui sono iniziati i negoziati. Al centro degli appetiti lombardo-veneti c’è la devoluzione delle professioni, a partire da quelle sanitarie.

C’è una carenza nazionale di queste figure professionali e la devoluzione della normativa a Veneto e Lombardia metterebbe le due regioni nelle condizioni di varare norme che attirano medici, infermieri e studenti nelle discipline sanitarie a scapito delle regioni del centro-sud. Non a caso il governatore campano Vincenzo De Luca ha usato parole drammatiche: «In questo caso noi saremmo morti».

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