Il governo Sánchez insiste: violata la legge, Open Arms rischia 900mila euro di multa
Spagna La vicepresidente Calvo contesta la mancanza di licenza per il salvataggio. La maxi-sanzione rovinerebbe la ong che vive di donazioni e aiuti
Spagna La vicepresidente Calvo contesta la mancanza di licenza per il salvataggio. La maxi-sanzione rovinerebbe la ong che vive di donazioni e aiuti
Non importa che presto Salvini non sarà più ministro. Ci penserà il governo spagnolo, socialista, a fare i conti con Open Arms.
Erano appena sbarcati i migranti a Lampedusa che ieri di prima mattina la vicepresidente del governo spagnolo Carmen Calvo, intervistata dalla Cadena Ser, dopo aver ribadito ben 4 volte che il governo italiano «aveva tutto il diritto di non aprire i porti», ha sottolineato che Open Arms non ha il permesso del governo spagnolo per salvare le vite umane, ma solo una «licenza per aiuto umanitario». In altre parole, secondo Calvo, Open Arms sta infrangendo la legge «a cui siamo tutti sottoposti» giacché la Spagna «è uno stato di diritto». Dimenticando che il codice della navigazione prevede espressamente l’obbligo di salvataggio dei naufraghi. La vicepresidente ha quindi confermato che all’arrivo in Spagna il governo, attraverso la Direzione generale della marina mercantile (che dipende dal ministero spagnolo dei trasporti), potrebbe multare la ong catalana per ben 900mila euro. Il che equivale a distruggere l’associazione, che vive di donazioni e aiuti. E di fatto, allineando completamente il governo spagnolo alla posizione di Toninelli e Salvini. «Tutti sappiamo cosa possiamo e non possiamo fare, anche il capitano della nave», ha affermato didascalica Calvo.
A Òscar Camps, il direttore della Marina mercantile aveva inviato una lettera il 27 giugno avvertendolo delle infrazioni «contro la sicurezza e il traffico marittimo» che avrebbe commesso al riprendere le operazioni di ricerca e salvataggio dei migranti. Ciascuna di queste infrazioni potrebbero essere sanzionate «con multe fino a 901mila euro o 300mila euro rispettivamente», oltre che con la sospensione del titolo professionale necessario per la conduzione di barche.
Per la cronaca, nella stessa intervista alla Ser, la vicepresidente gettava la croce addosso anche a Unidas Podemos accusandoli di ricattare il governo per aver proposto ai socialisti un accordo di coalizione basato sostanzialmente sull’ultima proposta dei socialisti (che i viola evidentemente hanno meditato ed elaborato in questi mesi).
Sull’emergenza umanitaria, Sánchez ha fatto di tutto, secondo la sua numero due, per negoziare con il governo italiano, «una crisi che non abbiamo generato noi», ha detto piccata. Mentre il Viminale chiede a Madrid di mettere in atto i meccanismi per la ridistribuzione dei migranti che saranno ricollocati in 5 paesi Ue. Naturalmente delle sorti dell’Ocean Viking Calvo si è lavata le mani: «Noi abbiamo già la frontiera sud sullo stretto», ha ricordato.
Per parte sua, il legale di Open Arms, Jaime Rodrigo de Larrucea, ha ricordato che la ong non ha nessun «processo penale in corso» e che la nave è stata sequestrata dall’autorità giudiziaria italiana solo come prova. Entro 15 giorni spera di riottenere tutti i documenti e il materiale sequestrato.
Intanto Partido popular e Ciudadanos sono pronti a sfoderare gli artigli: hanno chiesto alla presidente della camera Meritxell Batet che Sánchez compaia urgentemente davanti al parlamento per spiegare il cambio di posizione del governo sulla crisi umanitaria.
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