Il governo Borne va alla Camera, domani la sinistra prova la sfiducia
Francia Inizio in salita per l'esecutivo post-elezioni: la prima ministra non chiede la fiducia perché non la otterrebbe. E allora la Nupes presenta una «mozione di censura», discussa e votata venerdì
Francia Inizio in salita per l'esecutivo post-elezioni: la prima ministra non chiede la fiducia perché non la otterrebbe. E allora la Nupes presenta una «mozione di censura», discussa e votata venerdì
Inizio difficile del nuovo governo di Elisabeth Borne. Ieri, la prima ministra ha presentato al Parlamento le grandi linee della politica generale, in un clima teso e effervescente. Un lungo discorso di un’ora e mezza, per chiedere «compromessi» all’opposizione sui testi di legge in preparazione – il primo è sulla difesa del potere d’acquisto – visto che ormai la maggioranza di Macron non è più assoluta ma solo relativa.
Borne propone delle «maggioranze di progetto» e diffida le opposizioni più determinate – l’estrema destra del Rassemblement national (Rn) e la sinistra unita della Nupes – a non far cadere il paese nel «disordine e nell’instabilità», che «non sono opzioni» in un momento così grave, con la guerra in Europa.
Ma il governo Borne 2, nato debole, non ha chiesto la fiducia all’Assemblée nationale, come vorrebbe la tradizione (non l’obbligo, ci sono precedenti illustri da Raymond Barre a Michel Rocard, Pierre Bérégovoy e Edith Cresson), perché non ce l’avrebbe fatta.
Così la Nupes ha presentato una «mozione di censura», una contro-fiducia, che verrà discussa e votata venerdì. Senza speranza, perché Rn e i Républicains non dovrebbero unire i loro voti alla sinistra.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento