Una volta atterrato con la giovane moglie all’aeroporto di Helsinki, il neonazista russo Yan Petrovsky, ricercato in Ucraina per i crimini compiuti in guerra, ha mostrato alle guardie di frontiera un documento con un nome falso. Pretendeva di chiamarsi Voislav Torden. La nuova identità, come spesso accade, ha tenuto il tempo di un paio di domande. La polizia in Finlandia ha fermato Petrovsky-Torden il 20 luglio per aver violato le norme sull’immigrazione, eppure la notizia è affiorata solamente ieri sui canali Telegram legati al gruppo paramilitare Rusich, la sigla più nota dell’estrema destra russa. I suoi compagni d’armi non nascondono...