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Il Covid non è mai andato via. Ma il governo fa finta di niente

Vaccinazione anti Covid, foto LaPresseVaccinazione anti Covid – LaPresse

Salute Quasi 300 morti in una settimana. Numeri lontani da quelli dei giorni peggiori, le vaccinazioni però restano al palo

Pubblicato 10 mesi faEdizione del 6 dicembre 2023

È tornato il Covid? In realtà non se n’è mai andato, ma i vaccini finora hanno aiutato a tenerlo sotto controllo. Ma, appunto, i vaccini bisogna farseli altrimenti il Covid rialza la testa.

Lo dimostrano le cifre di questi giorni fornite dal ministero della salute ed elaborate dalla Fondazione Gimbe. Il numero più eloquente è quello dei decessi settimanali.

In agosto si era toccato il minimo di 44 vittime, e da lì una lenta crescita lo ha moltiplicato per sette: tra il 23 e il 29 novembre i decessi registrato sono stati ben 291, il doppio di un mese prima. Il virus è tornato anche negli ospedali: quasi un letto su dieci è occupato da pazienti positivi, +58% rispetto a un mese fa.

Se in terapia intensiva la percentuale scende all’1,9% è solo perché i malati più gravi sono spesso troppo anziani per essere intubati. Ma anche qui l’aumento è del 71%.

SONO NUMERI lontani da quelli dei giorni più neri, ma segnalano che il virus non è sparito e senza contromisure è pronto a colpire. Come spiega il presidente della fondazione Nino Cartabellotta «i dati confermano una progressiva ripresa della circolazione virale, peraltro largamente sottostimata». Le cause? «L’arrivo della stagione invernale, la prevalenza di varianti immunoevasive, la progressiva riduzione dell’immunità da vaccino o da infezione naturale, la sostanziale assenza di misure di protezione individuale».

Di mascherine se ne vedono poche ma a mancare sono soprattutto le vaccinazioni. Hanno ricevute le dosi aggiornate alle nuove varianti solo il 4,9% degli aventi diritto. La campagna vaccinale finora è stata un misto di inefficienza e sottovalutazione.

L’avvio delle somministrazioni annunciato per fine settembre è slittato di un mese per non meglio specificate difficoltà organizzative. Il ministro della salute Orazio Schillaci aveva annunciato «vaccini gratuiti per tutti» ma è stato smentito dal suo stesso ministero che li riserva a over 60 e fragili.

Anche per gli anziani vaccinarsi è un’impresa. Le liste di attesa delle Asl superano il mese persino in Emilia-Romagna e scarseggiano i medici di base e i farmacisti che hanno aderito alla campagna. Al ministero della salute però ci si muove al rallentatore. Solo ieri, due mesi dopo l’inizio della campagna vaccinale, è stata convocata una riunione tra il direttore della prevenzione Francesco Vaia e le Regioni per accelerare le somministrazioni attraverso gli «open day».

NESSUNO PERÒ pensa a un rigurgito no vax. Piuttosto, si punta il dito contro una diffusa sottovalutazione della malattia. Lo stesso Vaia ne ha minimizzato l’impatto nella comunicazione istituzionale. A inizio novembre parlava di «dati Covid ancora in discesa in Italia, in barba ai catastrofisti». Ancora due settimane fa di «numeri sostanzialmente stabili negli indici più significativi e cioè l’impatto sulle strutture ospedaliere» nonostante gli aumenti percentuali a due cifre.

È la narrazione del Covid dominante da quando governa la destra di Meloni e Salvini, che per tutta la pandemia, e soprattutto in campagna elettorale, ha sposato le tesi No Vax. E ora preferisce che di salute si parli il meno possibile.

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