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Il Covid manda in rosso cinque regioni

Il Covid manda in rosso cinque regioniReparto Covid – Mauro Scrobogna/LaPresse

Conto economico col segno meno nel 2020 per la Sanità di Toscana, Puglia, Molise, Calabria e Abruzzo L'Ecdc bacchetta Italia, Irlanda e Spagna sulla gestione delle informazioni sui positivi: «I dati di ricerca dei contatti sono raccolti a livello locale e non sono condivisi regolarmente con le autorità nazionali. Si è registrato un ritardo sostanziale prima che fossero accessibili»

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 19 aprile 2022

Conto economico in rosso nel comparto Sanità per 5 regioni. I dati sono stati pubblicati dall’Agenas: nel 2020 la Toscana ha fatto segnare un deficit di 91 milioni di euro; la Puglia meno 24 milioni, il Molise meno 23 milioni, la Calabria è sotto di 20 milioni, infine l’Abruzzo con meno 15 milioni. Va però sottolineato come nel 2019 fossero già in rosso Calabria (121 milioni), Molise (117 milioni) e Puglia (38 milioni). La pandemia ha continuato a pesare sui conti delle regioni nel 2021 e quest’anno. Il governo ha stanziato fondi aggiuntivi per tappare le falle ma secondo i governatori la coperta resta corta.

Sono stati 18.380 i nuovi casi Covid registrati ieri in Italia su 105.739 tamponi, tasso di positività al 17,4%. I decessi sono stati 79, il numero totale delle vittime dall’inizio della pandemia è salito a 161.766. In terapia intensiva 411 ricoverati (più 8), nei reparti ordinari più 182 pazienti, 9.940 in totale; 1.206.492 le persone in isolamento domiciliare. La regione con più casi è stata l’Emilia Romagna (2.916) quindi Lazio (1.986), Campania (1.946) e Veneto (1.673).

L’Ecdc, il Centro europeo per il controllo delle malattie infettive, bacchetta Italia, Irlanda e Spagna: da settembre 2020 ad aprile 2021 la raccolta dei dati è stata differente da regione a regione e tra le unità sanitarie locali rendendo difficile l’analisi. «In Italia e Spagna, i dati di ricerca dei contatti sono raccolti a livello regionale e non sono condivisi regolarmente con le autorità nazionali – spiega l’Ecdc -. Questa caratteristica ha rappresentato una sfida per la raccolta dei dati e si è registrato un ritardo sostanziale prima che fossero accessibili. I sistemi di ricerca dei contatti nei tre paesi sono stati anche sovraccaricati in varie fasi, il che ha influenzato i dati ottenuti (per esempio non sono state raccolte informazioni complete sui contatti)».

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