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Il Covid-19 tallona i negazionisti: positivo il portavoce di Bolsonaro

Il Covid-19 tallona i negazionisti: positivo il portavoce di BolsonaroBolsonaro a Washington con Trump – LaPresse

Brasile I primi sintomi al ritorno da Miami dove i due hanno incontrato Trump. Il presidente brasiliano sottoposto al test. Preoccupazione tra i medici: il sistema sanitario è del tutto impreparato ad affrontare un'emergenza

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 13 marzo 2020

Chissà se di fronte al rischio di essere stato contagiato Bolsonaro non abbia cambiato idea. Il presidente brasiliano, durante la visita a Miami, aveva definito la «questione del coronavirus» non «così seria» come vorrebbero i mezzi di comunicazione.

Poi, interrogato sull’annuncio di pandemia da parte dell’Oms, aveva risposto: «Non sono un medico, non sono un infettivologo. Quel che ho sentito è che al momento altre influenze hanno ucciso più di questa».

Ma ora «la questione del coronavirus» – che in Brasile ha colpito già 70 persone – deve apparirgli meno irrilevante, dopo la conferma della positività al Covid-19 del capo della comunicazione della presidenza della Repubblica, Fabio Wajngarten.

Aveva manifestato sintomi riconducibili al virus al ritorno del viaggio in Florida compiuto insieme a Bolsonaro. Un viaggio durante cui il segretario è entrato in contatto con lo stesso Trump – che ha assicurato tuttavia di non essere preoccupato – e con il vicepresidente Usa Mike Pence.

In attesa del risultato del test a cui Bolsonaro si è sottoposto ieri, il servizio medico della presidenza ha già fatto sapere di aver «adottato tutte le misure preventive necessarie per preservare la salute del capo dello stato», a cui è stato raccomandato di restare per ora al Palácio da Alvorada, come pure di tutta la comitiva presidenziale.

Grande, in Brasile, la preoccupazione dei medici che, come ha riferito Fábio Jatene, direttore del Servizio di Chirurgia toracica dell’Instituto do Coração, temono che nei prossimi quattro mesi i casi di contagio possano arrivare a 45mila solo nella Grande São Paulo, di cui 11mila richiederebbero il ricorso alla terapia intensiva.

Un’ipotesi agghiacciante a cui gli ospedali non potrebbero far fronte, considerando i ritardi del governo nel predisporre anche solo i mille nuovi posti di terapia intensiva annunciati a fine gennaio.

A chiedere invece di mantenere la serenità è il contestatissimo ministro dell’Economia Paulo Guedes: in mezzo alla guerra tra esecutivo e congresso sull’allocazione delle risorse del bilancio, ha annunciato ieri un’intesa per destinare cinque miliardi di reais alla lotta contro l’epidemia.

Ma in molti, tra le fila dell’opposizione, temono che il ministro voglia usare la crisi come arma di ricatto nei confronti dei parlamentari per obbligarli ad approvare la sua agenda ultraliberista.

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