Se l’obiettivo di Elly Schlein era oscurare, almeno un poco, la rivale Giorgia Meloni, allora la missioni è compiuta. La leader Pd ieri era a Bruxelles, dove ha incontrato i vertici del Pse e numerosi commissari, da Gentiloni al vicepresidente Frans Timmermans alla portoghese Elisa Ferreira, oltre ai leader di Germania Spagna e Finlandia, Olaf Scholz, Pedro Sanchez e Sanna Marin e al segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.

UNA SORTA DI «CONTROVERTICE» che le è servito non solo per riallacciare relazioni che aveva intrecciato nei suoi anni da europarlamentare, dal 2014 al 2019, ma anche per fare un controcanto alla premier, soprattutto sul tema dei migranti, ma anche sul Pnrr. «Il governo fa le domande sbagliate all’Ue sui migranti. Serve una Mare Nostrum europea, una missione comune di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo che abbia mandato di salvare le vite», l’opinione di Schlein. «Perché questa destra non ha il coraggio di affrontare i suoi alleati nazionalisti e chiedere maggiore solidarietà e condivisione delle responsabilità sull’accoglienza?».

E ancora: «Nella bozza del Consiglio Ue ci sono solo poche righe sui migranti che non dicono niente. Duole affermarlo, ma è così. Dov’era questa destra quando negli anni passati si era provato al Parlamento europeo a superare il regolamento di Dublino? Io c’ero e in 22 riunioni in 2 anni non li ho mai visti».

CRITICHE A MELONI ANCHE sull’attuazione del Pnrr «di cui la destra che ci governa sembra dimenticare le direzioni, che sono giuste, quelle della conversione ecologica, della trasformazione digitale e del contrasto alle disuguaglianze sociali e territoriali». «Noi abbiamo elementi di preoccupazione e vigileremo molto sull’attuazione del Pnrr: il governo, oltre a chiedere flessibilità e margini di cambiamento, non ha fatto capire dove vuole portare questo strumento. Abbiamo delle scadenze importanti, ci interessiamo affinché l’Italia non manchi quegli obiettivi», il ragionamento della leader Pd.

ACCOGLIENZA CALOROSA per Schlein al vertice dei socialisti dove riceve le lodi di Gentiloni e del commissario al Lavoro Nicolas Schmit. Non tutti, neppure nella famiglia socialista, condividono la sua proposta di rendere «permanente e strutturale» il Next Generation Eu per permettere agli Stati con minore spazio fiscale di sostenere gli investimenti della transizione energetica. «Tutta l’Ue può avere un vantaggio se non si lascia indietro nessuno», ha detto Schlein, che ha ribadito la richiesta di maggiori risorse europee «per accompagnare le imprese, le famiglie, i lavoratori nella conversione ecologica». E confermato il suo sì al progetto di riformare del patto di stabilità «per non tornare ai tempi dell’austerità».

NESSUN COMMENTO INVECE sulla richiesta di Stoltenberg di portare le spese militari anche sopra il 2% del Pil. A domande dei cronisti Schlein ha riposto ribadendo il «supporto convinto» all’Ucraina, e del resto per lei il tema delle armi è molto scivoloso. La leader Pd ha parlato a lungo con il premier spagnolo Sanchez, che intende prendere ad esempio per le norme di contrasto alla precarietà. «La nostra famiglia politica ha guadagnato una grande leader», il commento di Sanchez.

Nella serata di mercoledì aveva incontrato gli europarlamentari dem. Sulla conferma del capodelegazione Brando Benifei non ci sono certezze. «Sugli assetti interni ci prendiamo questi giorni per proseguire un confronto sereno e faremo insieme le valutazioni».

UN MODO PER RISPONDERE anche alla minoranza guidata da Stefano Bonaccini che è in fibrillazione sulla scelta dei nuovi capigruppo di Camera e Senato. L’idea di Schlein di nominare due persone vicine a lei- Chiara Braga e Francesco Boccia – non viene digerita. Tra i “riformisti” i malumori crescono. «Non aveva fatto così neppure Renzi, e aveva vinto le primarie con un distacco ben maggiore», uno dei ragionamenti.

Per calmare gli animi Bonaccini ha deciso di riunire via zoom domani i suoi sostenitori, per decidere una linea comun e in vista di lunedì, quando ci sarà la prima riunione dei gruppi parlamentari con Schlein. Per martedì è prevista la scelta dei capigruppo. Non è esclusa una conta. Ambienti vicini al governatore spiegano che «non c’è la volontà di far saltare il banco». Ma l’accordo ancora non c’è.