Il comune di Roma fa un primo passo, la lotta di Lucha y Siesta va avanti
Casa delle donne Atac, ha revocato la costituzione come parte civile e la richiesta di risarcimento nel processo penale per occupazione abusiva
Casa delle donne Atac, ha revocato la costituzione come parte civile e la richiesta di risarcimento nel processo penale per occupazione abusiva
L’azienda dei trasporti pubblici di Roma, Atac, ha revocato la costituzione come parte civile e la richiesta di risarcimento nel processo penale per occupazione abusiva a carico dell’Associazione Casa delle donne Lucha y Siesta. È una buona notizia in vista della prossima udienza, lunedì, che apre uno spiraglio alle possibilità di sopravvivenza di quello che è diventato un punto di riferimento per la lotta contro la violenza di genere nella capitale.
La mobilitazione in difesa di Lucha y Siesta si è scaldata nell’ultimo mese e ha ricevuto il sostegno del movimento transfemminista, quando si è diffusa la notizia che la Regione Lazio, guidata da Francesco Rocca (Fdi), era intenzionata a revocare l’accordo che ha fin qui tutelato la Casa delle donne del quadrante sud-est della capitale. L’ex presidente Zingaretti nel 2021 aveva acquistato l’immobile secondo la proposta della consigliera regionale Marta Bonafoni, attuale coordinatrice della segreteria nazionale del Pd, avviando una co-progettazione.
«La parte civile siamo noi», avevano gridato forte le attiviste di Lucha e Siesta all’Atac, ieri a far decidere per la revoca della costituzione come parte civile è stata la richiesta arrivata al direttore generale da parte del sindaco Roberto Gualtieri. Atac si è detta decisa a «incentivare ogni misura volta a prevenire e contrastare qualsiasi forma di violenza sulle donne», lunedì procederà alla revoca formale. Ma la mobilitazione continua. In queste settimane le attiviste hanno infatti tentato un dialogo con la giunta regionale, ricevendo in risposta solo una mail in cui si comunicava l’inizio dello svuotamento della Casa e la richiesta di «non accogliere nuove donne in fuga dalla violenza».
In Italia al 12 ottobre, data del presidio delle attiviste davanti alla Regione, si contavano 93 femminicidi che oggi sono già diventati 106. La Casa delle donne oggi si unirà alla manifestazione per rivendicare il suo ruolo nel contrasto alla violenza di genere: decine sono le persone ospitate da Lucha y Siesta, centinaia quelle che dal 2008 trovano nell’ex stabile Atac una comunità transfemminista aperta 24 ore su 24. «Nonostante l’ondata mediatica degli ultimi femminicidi, nonostante i dati provenienti dai Centri antiviolenza, nonostante la tragica mancanza di posti di accoglienza, si continuano ad attaccare i luoghi femministi, si continuano a disconoscere 15 anni di storia, di partecipazione e di creazione di spazi sicuri per la fuoriuscita dalla violenza di genere» si legge in un comunicato della Casa.
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