Lavoro

Il cinismo del governo sulla pelle dei poveri: esclusi più di un milione

Una mensa della Caritas a MilanoMensa dei poveri San Francesco, Milano – Ansa

Destra Asociale La denuncia della Cgil nella Giornata mondiale dei poveri indetta da Papa Francesco: «Dopo il taglio del reddito di cittadinanza, e la restrizione dell’accesso alle nuove misure fanno cassa sui più vulnerabili»

Pubblicato circa 16 ore faEdizione del 17 novembre 2024

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni prenderà la parola domani al G20 di Rio de Janeiro nella prima sessione di lavoro di un vertice che si propone di creare un’alleanza globale contro la fame e la povertà. In quel momento saprà che il suo governo ha dimezzato la platea di coloro che fino a un anno fa potevano contare su un sostegno contro la povertà chiamato «reddito di cittadinanza».

MELONI PARLERÀ però del contributo che l’Italia darà alla sicurezza alimentare delle altre nazioni, ma non si soffermerà sul drastico ridimensionamento delle politiche di contrasto alla povertà voluto dal suo governo. Secondo un’elaborazione della Cgil, sulla base dei dati forniti dall’Inps, tra il 2023 e il 2024 il governo ha espulso da un circuito di tutela sociale oltre 628 mila nuclei familiari per un totale di 1 milione 130 mila 962 persone che nel 2023 hanno beneficiato di almeno una mensilità del «reddito di cittadinanza» o della «pensione di cittadinanza» riservata a chi non è in età di lavoro e si trova in una condizione di povertà assoluta. Nello stesso periodo dell’anno scorso le persone che avevano percepito almeno una mensilità del «reddito di cittadinanza» (o di «pensione di cittadinanza») sono state complessivamente 2,8 milioni distribuite in 1,3 milioni di nuclei familiari.

L’eliminazione del «reddito di cittadinanza» (Rdc) ha comportato l’esclusione di 628.977 nuclei familiari, 1 milione 130 mila, persone dal precario sistema di assistenza che era stato costruito dal 2019. Queste persone non hanno avuto accesso all’assegno di inclusione (Adi) o alla pensione di cittadinanza (Pdc) [Fonte: rielaborazione Cgil
L’eliminazione del «reddito di cittadinanza» (Rdc) ha comportato l’esclusione di 628.977 nuclei familiari, 1 milione 130 mila, persone dal precario sistema di assistenza che era stato costruito dal 2019. Queste persone non hanno avuto accesso all’assegno di inclusione (Adi) o alla pensione di cittadinanza (Pdc) [Fonte: rielaborazione Cgil]
LA SITUAZIONE È PARADOSSALE. Anche se volesse parlare dei risultati ottenuti dal suo governo nella lotta contro le povertà, Meloni non avrebbe i dati per farlo. A quasi un anno dall’entrata in vigore dell’Assegno di inclusione (Adi) riservato ai poveri che non lavorano, e del «Sussidio per la formazione e il lavoro» (Sfl) riservato ai poveri «occupabili», l’esecutivo non ha ancora fornito un monitoraggio tempestivo, periodico e dettagliato della situazione.

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«PERCHÉ non vengono forniti i dati sulle nuove misure istituite? Cosa c’è da nascondere? Non è serio che l’Inps si presti a questa cosa – sostiene la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi – Forse di mezzo c’è il fallimento delle politiche di contrasto della povertà». La situazione potrebbe essere spiegata anche con la volontà di fare fallire questo tipo di politiche. Anche per questo Barbaresi parla di una volontà «cinica» da parte del governo di fare cassa sui poveri. «Da questo punto di vista – aggiunge – è stato un pieno successo: dal taglio del reddito di cittadinanza l’Esecutivo risparmierà 1,3 miliardi di euro, proprio nel momento in cui la povertà aumenta in Italia, in particolare al Nord. In totale, tra assegno di inclusione e sussidio per la formazione e il lavoro, il risparmio complessivo che il governo Meloni potrebbe arrivare persino a 4 miliardi di euro rispetto a quanto si spendeva nel 2022 per le misure precedenti: 8 miliardi». Questo significa che oltre a dimezzare la platea dei beneficiari, si dimezzeranno le risorse destinate al contrasto della povertà.

L’ALLARME della Cgil conferma quanto è emerso in settimana dal rapporto annuale 2024 della Caritas sulla povertà (Il Manifesto 13 novembre). In più il sindacato evidenzia come il taglio ai danni dei poveri vada considerato con il definanziamento del fondo per il sostegno agli affitti. «Il contributo era ricevuto anche da chi aveva il reddito di cittadinanza – ricorda Barbaresi – Ora non avranno nulla». Senza contare che con la manovra di quest’anno inizierà l’austerità. Ci saranno 12 miliardi di euro di tagli pluriennali a ministeri e enti locali. Così si colpiranno soprattutto i servizi pubblici essenziali. «Questo è il frutto amaro di un governo crudele che legalizza l’evasione fiscale e definanzia in prospettiva la sanità» osserva Barbaresi. La sindacalista rinnova l’invito a partecipare allo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil il 29 novembre.

LA DENUNCIA della situazione drammatica in cui versa la questione sociale in Italia arriva nel giorno in cui Papa Francesco ha indetto una «giornata mondiale dei poveri». Oggi, nell’aula Paolo VI in Vaticano, il pontefice pranzerà con 1300 persone in condizione di povertà. L’iniziativa è coordinata dalla Croce Rossa Italiana.

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