Il governo fa solo «politiche della carità, non salva la vita delle persone»
Destra asociale I solidali della Capitale: parlano il Consiglio del cibo, Nonna Roma e Roma Modesta. Sara Fiordaliso, Nonna Roma: «Il Ddl sicurezza criminalizza le occupazioni abitative e chi si oppone agli sfratti e colpisce le persone più in difficoltà»
Destra asociale I solidali della Capitale: parlano il Consiglio del cibo, Nonna Roma e Roma Modesta. Sara Fiordaliso, Nonna Roma: «Il Ddl sicurezza criminalizza le occupazioni abitative e chi si oppone agli sfratti e colpisce le persone più in difficoltà»
«Il contrasto alla povertà non è tra le priorità di questo governo», denuncia Sara Fiordaliso di Nonna Roma, associazione impegnata nel contrasto alle disuguaglianze economico-sociali nella Capitale. Non appena sono partiti dall’Inps i messaggi di revoca del reddito di cittadinanza (Rdc), a luglio 2023, «abbiamo visto un aumento del 40 percento delle richieste di sostegno», spiega Fiordaliso, ricordando l’allarmismo diffuso tra i circa 2.500 nuclei familiari supportati dalla sua associazione.
Preoccupazione confermata dalle contingenze dell’ultimo anno. «Abbiamo cercato di rassicurare e di spiegare cosa sarebbe accaduto dopo il reddito di cittadinanza, ma molte persone, come Marta Rossi (il nome è di fantasia) si sono ritrovate senza supporto di formazione al lavoro, senza sussidi e sostanzialmente inoccupabili». Fiordaliso si riferisce ai due strumenti che avrebbero dovuto sopperire alla mancanza del Rdc: l’assegno di inclusione (Adi), per i nuclei in povertà «meritevoli» di sostegno economico, e il supporto per la formazione e il lavoro – incompatibile con l’assegno di inclusione – destinato a soggetti che partecipano «a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale», come disposto dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Quello che Fiordaliso definisce un «flop».
I corsi, infatti, sono erogabili una sola volta, e la loro durata e portata li rende insufficienti per chi dovrebbe beneficiarne: persone con bassa scolarizzazione, senza alcuna competenza specifica, spesso donne. A questo si aggiunge il vuoto degli strumenti digitali, indispensabili per attivare i progetti di formazione al lavoro. Tra le altre misure attivate dal governo Meloni in sostegno alla popolazione in difficoltà, la «Carta acquisti» o «Social card», 40 euro mensili per le persone che hanno compiuto 65 anni d’età oppure giovani con figli minori di 3 anni, in condizioni di povertà economica e marginalità sociale. Una carezza da meno di un euro e cinquanta al giorno, e non per tutti. «Senza il sostegno del Rdc e senza altri strumenti le persone povere si sono trovate in questo limbo», continua Fiordaliso.
In Italia i poveri assoluti sono oltre 5 milioni 694 mila, il 9,7 percento della popolazione individuale, secondo il rapporto 2024 della Caritas su povertà ed esclusione sociale. Nelle città come Roma, Milano, Bologna, Napoli il costo della vita è altissimo. E impossibile, oltre all’accesso al cibo, è quello alla casa: solo a Roma sono 18 mila i nuclei che hanno i requisiti per l’alloggio popolare, ma senza possibilità di ottenerlo. La causa è la dismissione delle case popolari, soprattutto nei pressi del centro storico, e nessuna politica sul tetto agli affitti. Il Giubileo alle porte ha accelerato vertiginosamente la virata verso gli affitti brevi e questo ha danneggiato la già scarsa offerta abitativa, soprattutto per le persone più povere. «Il piano casa del governo si è limitato a condonare i sottoscala, non c’è una politica della casa a livello nazionale – aggiunge Fiordaliso – e il Ddl sicurezza criminalizza non solo l’occupazione ma anche i soggetti che contrastano lo sfratto, introducendo o aggravando una serie di reati che riguardano le persone in difficoltà».
Con Francesca Benedetta Felici, Fiordaliso è coordinatrice del tavolo sul contrasto alla povertà alimentare del Consiglio del cibo a Roma, un’organizzazione che unisce società, civile, terzo settore e rappresentanti delle istituzioni e che vedrà le sue 147 componenti riunirsi il 27 novembre al Campidoglio. «I fondi del Fondo di aiuti europei gli indigenti (Fead) sono terminati e gli scaffali della Caritas sono vuoti – racconta Fabio Ciconte, presidente del Consiglio del cibo – Gli aiuti alimentari sono garantiti per minima parte dal Fondo nazionale indigenti. Il governo è però in grave ritardo sull’attuazione di un altro fondo, quello sociale europeo «Plus». Mentre l’agenzia per le erogazioni in agricoltura ha aggiudicato solo alcuni bandi e altri sono rimasti bloccati». Ciconte è convinto che il governo Meloni stia facendo «politiche della carità, che aiutano a ottenere consensi a breve termine ma non salvano la vita delle persone». Propaganda.
Il Ddl sicurezza criminalizza le occupazioni abitative e chi si oppone agli sfratti e colpisce le persone più in difficoltà Sara Fiordaliso, Nonna Roma
Gli operatori che si occupano della distribuzione dei pacchi alimentari denunciano il fatto che gli aiuti non tengono conto delle diete per persone con patologie e delle differenze culturali – e culinarie – con le persone che hanno background migratorio.
A un margine ulteriore sono collocate le persone senza fissa dimora. «Sono esseri umani che hanno avuto esperienze spaventose, ex carcerati, persone che hanno pagato il loro debito con la società o che non hanno un posto in questo paese, come i migranti», dice Flavio Bauer, presidente dell’associazione Roma Modesta. «Da 50 a 200 vengono a mangiare da noi», continua Bauer. Nell’ultimo censimento del comune di Roma sono 2.204 le persone in povertà assoluta e che vivono per strada.
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