Giocò, vinse, pisciò, perse. E va bene, questa è di Eduardo Galeano, che a calcio era uno scarpone irredimibile ma capiva di pallone e di persone, di storie e di vite, e quella di Diego Armando Maradona era ingombrante e magnifica e tremenda, con o senza una palla tra i piedi. Ma dirlo meglio non sembra possibile. TRA GIOCARLA E PERDERLA – la partita, la vita – c’è quel labirinto di contraddizioni chiamato Diego, il genio del campo e il folle fuori, il cacciatore e il cacciato di un’industria mediatica che lo ha adorato e crocifisso a giorni alterni. Forse...