Internazionale

Il Cairo insiste: Regeni ucciso da «criminali»

Egitto Per il ministro del Lavoro egiziano Saafan, l'uccisione di Giulio poteva avvenire ovunque perché non legata alla ricerca del giovane. Calpestando ancora le prove certe del coinvolgimento degli uomini del ministero dell'interno

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 18 giugno 2019

L’omicidio di Giulio Regeni poteva avvenire ovunque perché non c’entra nulla con la ricerca del giovane italiano sui sindacati indipendenti egiziani. Parola di ministro del Cairo.

A esprimere la sua visione delle lunghe e brutali torture subite dal ricercatore in Egitto e del suo assassinio – senza dare conto delle prove certe del coinvolgimento degli uomini del ministero dell’Interno egiziano – è il ministro del Lavoro Mohamed Saafan, su un palcoscenico europeo e Onu: la Conferenza internazionale del lavoro, ospitata a Ginevra dall’Organizzazione internazionale del lavoro.

Saafan ha detto che l’omicidio di Regeni è un caso criminale che va dunque trattato come un qualsiasi omicidio in una qualsiasi parte del mondo. Dimenticando le torture e i depistaggi, dimostrati dalle indagini della Procura di Roma.

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