Quindici trattori sono partiti ieri sera dal presidio di Melegnano, Milano sud, diretti verso Sanremo, dove stasera una delegazione degli agricoltori che stanno protestando da una settimana chiederà di salire sul palco con una bandiera italiana. Ieri, rispondendo a una domanda di Enrico Lucci di Striscia la notizia, il presentatore Amadeus ha ribadito che «le porte sono aperte, se qualcuno vuol salire lo può fare». In serata però la Rai ha fatto smentito «categoricamente» di aver avuto contatti con rappresentanti del movimento degli agricoltori.

Le tensioni sarebbero legate all’irritazione del ministro dell’Agricoltura per l’invito ai manifestanti, che avrebbero un enorme palcoscenico mediatico per le loro rivendicazioni, alla vigilia della manifestazione romana, che molto probabilmente si svolgerà fra una settimana, giovedì 15 febbraio.

Ieri pomeriggio rappresentanti di molti movimenti regionali si sono riuniti a Montesilvano, in provincia di Pescara, per decidere la formazione di un coordinamento unitario della protesta, dal quale sarebbe escluso il Comitato agricoltori traditi guidato dell’ex forcone Danilo Calvani. A molti non sono piaciute le accuse degli «agricoltori traditi» alla delegazione che qualche giorno fa ha incontrato a Verona il ministro Lollobrigida e neppure gli «ultimatum» al governo, gli appelli alla «marcia su Roma» e gli inviti alle dimissioni del ministro. Calvani ieri ha annunciato una manifestazione la prossima settimana al Circo Massimo, a Roma, e ha detto che «non vogliamo bandiere dei partiti, dei sindacati, né politici».
Intanto da tutta Italia gli agricoltori si stanno preparando a muoversi verso Roma, dove già sono arrivati centinaia di trattori da Abruzzo, Toscana e dall’alto Lazio. Ci sono ancora blocchi stradali da nord a sud e un presidio con trattori e bandiere tricolori si è svolto anche a L’Aquila, dove ieri era attesa la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

I manifestanti abruzzesi chiedevano la cancellazione delle accise sui carburanti ad uso agricolo e dell’Irpef sui terreni agricoli, l’abolizione dell’obbligo di assicurazione per i mezzi agricoli utilizzati unicamente all’interno delle proprietà private o delle aziende e l’abbattimento della fauna selvatica che danneggia la produzione agricola. Meloni ha detto che il governo ha «liberato tre miliardi di euro per le aziende agricole e ha difeso il comparto agricolo da alcune scelte troppo ideologiche che rischiavano di perseguire la transizione verde rischiando di produrre una diversificazione industriale».