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I trattori all’assalto di Bruxelles: l’Europa cede alla rabbia

I trattori all’assalto di Bruxelles: l’Europa cede alla rabbiaAgricoltori in protesta bloccano il traffico e danno fuoco a mucchi di pneumatici a Bruxelles – GettyImages

Campagna elettorale Roghi e blocchi durante il vertice dei ministri dell’Agricoltura. Il governo italiano sta con la protesta, l’Ue pronta a cambiare la Pac

Pubblicato 8 mesi faEdizione del 27 febbraio 2024

Per la seconda volta in meno di un mese, la capitale europea è assediata dai trattori che protestano contro il Green deal e la Politica agricola comune (Pac). A partire dalla notte di domenica, i veicoli si sono incolonnati in doppia fila lungo Rue de la Loi, l’arteria che collega il centro città con piazza Schuman, dove hanno sede da un lato la Commissione e dall’altro il Consiglio. Poi col passare delle ore, i manifestanti non solo hanno forzato i blocchi della polizia, penetrando in aree chiuse, ma sono addirittura arrivati a bloccare temporaneamente l’accesso all’aeroporto internazionale della capitale belga, collocato pochi chilometri a nord est della capitale.

Le imponenti misure di sicurezza non hanno fermato la rabbia del mondo rurale che ha bloccato il Quartiere europeo di Bruxelles, lanciato uova e bruciato pneumatici a pochi passi dall’Europa Building, dove il Consiglio dei ministri Ue competenti tiene le sue riunioni.

LA GIORNATA DI CAOS ha accompagnato la riunione dei ministri dell’Agricoltura dei 27 accolti nella capitale da circa mille veicoli agricoli arrivati soprattutto dal Belgio ma anche dalle confinanti Francia e Germania, mentre un centinaio di trattori spagnoli manifestavano a Madrid davanti alle sedi di rappresentanza Ue. A Bruxelles c’erano anche tremila agricoltori italiani rappresentati dalle grandi confederazioni di categoria, Coldiretti e Confragricoltura.

Se il meeting ministeriale era già previsto e quindi ordinario, straordinaria è però la circostanza, che vede la protesta del mondo rurale annunciare che quanto promesso finora dall’Ue – incluse le esenzioni sul rispetto dei vincoli ambientali e la sospensione dell’obbligo di tenere a riposto il 4% de terreni – al movimento non basta.

SCHIERATO IN PRIMA FILA dalla parte dei dimostranti (almeno in questo caso) il governo italiano, con il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, che ha presentato una proposta di revisione della Pac, con la richiesta della drastica diminuzione delle procedure burocratiche per gli agricoltori. «La nuova Pac è stata scritta male, le deroghe vigenti sono insufficienti, abbiamo bisogno di modifiche sostanziali», ha sostenuto l’esponente FdI. «Il 9 giugno, dopo le elezioni europee, l’Europa deve cambiare strada e prendere atto degli errori finora compiuti, gli scenari mondiali sono mutati radicalmente alla luce degli effetti della guerra in Ucraina, delle tensioni in Medio Oriente e del cambiamento delle dinamiche del mercato e della concorrenza mondiale».

LOLLOBRIGIDA INCASSA il sostegno del commissario Ue all’Agricoltura, il polacco Janusz Wojciechowski rappresentante del partito ultraconservatore Diritto e Giustizia (Pis), alleato di FdI a Strasburgo. A supporto del ministro cognato, anche Giorgia Meloni con un videomessaggio inviato all’assemblea di Confagricoltura, convocata eccezionalmente proprio a Bruxelles. «Abbiamo fatto sentire la voce italiana su tanti dossier e l’orientamento è progressivamente cambiato» rivendica Meloni, elencando come positivi una serie di ripensamenti delle politiche ambientali Ue come quelle «sulle emissioni, sugli imballaggi, sui fitofarmaci, sulla rotazione forzata o sulla messa a riposo obbligatoria dei terreni».

La Pac però «non va ripensata dopo il 9 giugno, ma subito», bacchetta il collega di governo Matteo Salvini, anche lui dal palco di Confagricoltura. «Siamo per anticipare la revisione», ha detto l’alleato ingombrante, annunciando anche la contrarietà della Lega ad «accordi internazionali come il Mercosur» e criticando l’«importazione dei prodotti agricoli dall’Ucraina», che rappresentano un problema crescente per gli agricoltori di diversi paesi confinanti, tra cui la Polonia.

E SONO PROPRIO I TEMI del sostegno all’Ucraina e quello del Green deal a intrecciarsi nell’intensa sessione plenaria dell’Eurocamera in corso questi giorni a Strasburgo. Oggi gli eurodeputati sono chiamati ad esprimere il voto finale su una direttiva chiave come la Legge sul ripristino degli ecosistemi, un provvedimento originariamente voluto da Von der Leyen e dall’allora commissario socialista Frans Timmemans, ma divenuto negli ultimi mesi fortemente divisivo. La destra dei conservatori di Meloni (Ecr) e quella più radicale di Salvini (Id) – in questo caso concordi – sono pronte a dare battaglia per affossarlo. Anche i popolari (Ppe), primo gruppo dell’Eurocamera in termini numerici, hanno annunciato voto contrario.

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