«Ci hanno tolto tutto: la casa, la terra, le bestie, il raccolto. Perché? Perché siamo hazara». Incontriamo Mohammad («il cognome no, mi cercano») insieme ad altre due persone in un ristorante popolare di Dasht-e-Barchi, il quartiere sud-occidentale di Kabul dove vivono gli hazara, la minoranza sciita che ha ricordi drammatici del primo Emirato. IN UNA SALETTA RISERVATA del primo piano ci sono anche Ali e Rahmatullah. Rappresentano tre delle cinque famiglie riuscite ad arrivare a Kabul. «Altre 7 sono a Kandahar. Ma 450 famiglie sfollate rimangono lì, nelle tende, con l’inverno in arrivo». Sono le famiglie di 4 villaggi di...