I servizi ucraini danno battaglia agli ex wagneriani. Anche a Khartoum
Africa Malgrado le munizioni contate sul fronte domestico, Kiev in azione al fianco di Al-Burhan. Il conflitto e forse l’intervento del Gru hanno rallentato i progetti di Mosca nella regione
Africa Malgrado le munizioni contate sul fronte domestico, Kiev in azione al fianco di Al-Burhan. Il conflitto e forse l’intervento del Gru hanno rallentato i progetti di Mosca nella regione
La scarsità di munizioni e di uomini al fronte in Ucraina non ha impedito allo Stato maggiore di Kiev di portare la guerra con la Russia anche in Africa. I fatti risalgono all’anno passato e se ne è avuta contezza prima sotto forma di indiscrezioni raccontate a mezza bocca dai pochi funzionari ucraini a conoscenza della questione e poi dai militari stessi in forma anonima al Wall Street Journal.
Un reparto speciale dei Servizi segreti militari (Gru) ucraini è stato inviato in Sudan per contrastare i mercenari della ex brigata Wagner impegnati attivamente nella guerra civile in corso a Khartoum. Anche se la Wagner è stata formalmente sciolta dopo la morte di Prigozhin e posta sotto l’egida del ministero degli Interni russo, in Africa opera ancora sotto questo nome e dall’aprile scorso ha attivamente aiutato le milizie dell’Rsf che, infatti, sono riuscite a occupare vaste aree della capitale Karthoum e altri territori. Di conseguenza, agli agenti speciali ucraini è stato dato il compito di sabotare i rifornimenti dei miliziani appoggiati da Mosca, addestrare i militari locali e compiere sortite notturne al fine di interrompere il costante afflusso d’oro che dalle miniere sudanesi finisce in Russia e finanzia anche la guerra in Ucraina.
Come? Secondo le fonti del Wsj a partire dall’agosto del 2023 ci sono circa 100 agenti che operano attivamente in Sudan dalla parte dell’esercito regolare (Saf) comandato da Al-Buhran e si occupano di addestrare alcune unità locali all’uso dei dispositivi di ultima generazione per colpire la catena di rifornimenti delle Forze di supporto rapido (Rsf) guidate dal generale ribelle Hemedti.
Gli ucraini hanno inoltre portato competenze nella guerra tecnologica mediante i droni e gli strumenti informatici. Grazie ai termovisori e a strumenti di guerra che le milizie locali non possiedono, le unità scelte ucraine sono state protagoniste di diverse azioni di successo contro le posizioni del Rsf durante le ore notturne. Inoltre, i Servizi ucraini sono stati in grado di far arrivare alle forze speciali di Al-Buhran nuovi armamenti e munizioni attraverso triangolazioni e voli segreti. In più, a inizio marzo, il governo di Kiev ha anche inviato un carico di grano a Port Sudan. Il grosso degli agenti speciali ucraini dovrebbe essere ormai rientrato in patria, ma sembra che la loro influenza sia stata importante e gli esperti militari attribuiscono le recenti conquiste del Saf (soprattutto a Omdurman, il centro più popoloso del Sudan) «agli attacchi di precisione dei droni e al dispiegamento delle unità d’élite dell’esercito sudanese» molto probabilmente addestrati dagli uomini del Gru.
Un’assistenza composita, dunque, ma pericolosa. In Sudan, l’Ucraina sarebbe coinvolta in una guerra civile nella quale decine di migliaia di civili sono stati uccisi e dove, secondo l’Onu, entrambe le parti stanno commettendo crimini di guerra. Il Segretario di stato Usa, Antony Blinken ha avvertito che qualsiasi Paese che fornisca supporto materiale ai belligeranti «si assume la responsabilità di alimentare le atrocità contro il popolo sudanese».
Tuttavia, nell’ottica di Kiev, l’obiettivo è danneggiare gli interessi russi. Ufficialmente e ufficiosamente Mosca ha costruito in Sudan una rete di alleanze che la legano a entrambi i contendenti ma che si possono riassumere in tre punti: la presenza della compagnia di mercenari Wagner, lo sfruttamento delle risorse minerarie del Paese e la costruzione di un’infrastruttura commerciale e una darsena per un distaccamento della marina militare russa a Port Sudan, al centro della lunga costa sudanese sul Mar Rosso, in posizione strategica rispetto alla tratta che dal Corno d’Africa conduce allo stretto di Suez. Per ora la guerra civile e, forse, le interferenze del Gru, hanno rallentato i progetti russi ma diversi report ci dicono che il Cremlino sta investendo molto in Africa e che il Sudan in questo piano ha un ruolo fondamentale.
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